raccontiitaliani lor, con la regia di Walter Hill, ecco a voi, / guerrieridellapalude silenziosa. Musica". "I guerrieridellapalude? Bello, cristo, bello. Ah, bel colpo. Bravo Gino, bravo. Sei un genio. Te lo sei proprio meritato il pacchetto. I guerrieri! Ma lo sai qual è il titolo originale? È Southern Comfort. È una settimana che lo inseguo nelle locandine sui giornali. Forza sbrigati, racconta. Orecchio mio aiutami". Era ormai diventato bravo Gino a raccontare i film. Io ero ossessivo, mi preparavo bene e sapevo quanto esattamente durava la proiezione, I ora e 47 minuti, e volevo I ora e 47 minuti di racconto. Beh, minuto più o meno. Aveva gli occhi Gino, gli occhi per vedere i colori del cinema. A me erano rimasti gli orecchi, ma il cinema lo amavo da morirci, il cinema vero, quello che vai al botteghino e magari fai lo scemo con la cassiera se è caruccia, e poi ti scegliun gran posto, e ti compri il popcorn o le patatine o il gelato o la cola con la cannuccia, e io fumavo quando ancora si poteva fumare, fumavo forte. Quello è il cinema. Quello che c'è il cretino che fa baccano, che c'è il tipo che lancia gridolini, che c'è il frocio che ti si siede accanto, che c'è la bellona tutta sola e tu cambi trenta posti prima di arrivarci vicino e accorgerti di quanto è grassa, vecchia e tutta dipinta, quello che vai a pomiciarci. Quello è il cinema, non queste maledette scatole delle immagini che chiamano televisioni, le chiamano così anche in carcere ed è la riforma e dicono che anche noi abbiamo il cinema. Ah, Gino. I tuoi occhi, la tua libertà, le mie orecchie, il mio carcere. Ritagliavo con cura dai giornali tutte le locandine, le critiche, mi facevo spedire riviste specializzate, ma il cinema non si legge, il cinema si guarda. Una volta neanche lo si sentiva, non parlavano. Il cinema muto. lo ho inventato il cinema d'orecchio. Gli davo i miei ritagli a Gino, gli dicevo cosa volevo, che roba volevo, e tra un turno al nostro reparto e il successivo in genere passavano tre giorni, e quattro, e a volte una settimana. Lui guardava il cinema, poi me lo raccontava. E io pagavo la roba con i pacchetti di sigarette. Lo stronzo adesso alzava il prezzo. Mi raccontò per benino quell'ultimo movie, poi ripetè che gli stavano addosso, che sospettavano traffici, che lui mi portasse chissà che materiale, e andò via. Lo pregai, erano due mesi che lo pregavo perché andasse a vedere BiadeRunner, non voleva sentirne. Gli promisi che se l'avesse fatto glielo avrei pagato doppio. Ci pensò su. E che non mi lasciasse secco. Andò via, chiudendo lo spioncino. Mi ripassavo mentalmente tutte le scene che m'aveva raccontato. Che bella storia. Una grande storia. E queippp? Forse aveva ecceduto in qualche scena di violenza, un film duro. D'altronde, sarà mica // tempo delle mele questo? Sento colpetti al muro, dev'essere Enrico. Tre colpi, si interrompe. Di nuovo tre colpetti. Vuole usare il telefono. Ci hai fretta Enrico, eh? Non potevi aspettare l'ora del passaggio, eh? Ti capisco. Vado al lavabo. Parlandoci dentro, Enrico mi sente dall'al40 - Lanfranco Caminiti
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