Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

narrativae cinema XI È la strada che porta nel mondo umarùstico dell'Amore. La borgata polverefango dorrùnata dalla cupola oromarmo. Cerca di baracca in baracca la sua Bambina Stracci, l'angelo dagli occhi di pane che fu emblema di quell'Amore: ma non ha più soldi, per ottenere informaziorù; deve mendicarle. (Balletto zavattirùano, alla rovescia, con secco, rapido, sigrùficativo, esplicito "voltar di spalle" da parte della gente più beneficiata, che dà chiaramente a divedere, come nei film americarù di Capra, i suoi sentimenti nuovi, che sono di sufficienza, disprezzo e noia contro l'ex benefattore. Il buon selvaggio è cattivo. E perché dovrebbe essere buono?) Arriva, il Mater, al tugurio degli Stracci: ma la Bambina non c'è. È laggiù, nel cielo delle Gaiorù, delle Sandrelli, delle Spaak. Qui c'è un mucchio di parenti maschi venuti da Sardegne e da Calabrie, neri, ancora, e torvi, perduti come lupi nella loro alloglossìa. Pier Paolo Pasolini - 167

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