Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

bottega esprimere altre cose. Tuttavia anche la letteratura è arte, e ciò che è divino va in ogni caso dato a Dio, è soltanto il resto che va dato a Cesare. Se la penna di un'artista si perde sul terreno dell'ideologia politica, quest'artista non ha nessuna possibilità di avermi come suo lettore (in questo campo preferisco un saggio, un trattato, un semplice ragionamento); ma in fin dei conti non ho niente contro chi lo fa. Se capitasse a me, mi sentirei impoverito in ciò che ho di più personale e di più forte, nella mia autonomia "privata", intima. Perché se le belle lettere non sono l'arte pura, sono ciò nonostante la voce di un individuo, di un uomo privato. Che una stilografica e un pezzo di carta bastino a ciascuno per scrivere quel che gli va - a titolo personale, per conto proprio, senza codice, senza soggezioni e senza limitazioni - è qualcosa di grandioso e di magnifico. Bah! Nessuno meglio di me sa fino a che punto quest'indipendenza è un miraggio, e tuttavia è ancora essa ad accostarci di più alla nostra realtà individuale. E in una società che avesse soppresso la libertà e l'autonomia della letteratura, nessuno saprebbe più cosa accade in un "uomo privato", in un individuo. D.R. - Bene. Questo come scrittore. Ma personalmente? Deve pur avere delle convinzioni! W.G. - Sì, da dilettante. Ho opinioni da dilettante. C'è chi inclina verso la destra, chi verso la sinistra, e così ho anch'io le mie inclinazioni. D.R. - Eccoci al punto. E dunque? W.G. - Io mi colloco all'estrema sinistra. D.R. - Lei? Per quanto ne so, è sempre stato contro il comunismo! W.G. - Sono dalla parte dei proletari. È solamente per questo che io sono contrario al comunismo. Lo dico in tutta franchezza e il più seriamente possibile. lo sono ateo, non ho pregiudizi, sono oltretutto filosemita, e per di più scrittore d"'avanguardia" e perfino "rivoluzionario", in un certo senso... Come potrei essere un conservatore? Ho vissuto per un quarto di secolo nella miseria, e per quanto riguarda i miei interessi personali, da una rivoluzione sociale avrei solo da guadagnare, i miei colleghi di penna dei paesi socialisti beneficiano di una situazione ben migliore della mia. Nulla nella mia posizione attuale mi lega alla classe capitalista. In queste condizioni dovrei essere un mostro per preferire così, per puro gusto, lo sfruttamento alla giustizia. Questo può accadere solo quando coscientemente o inconscientemente entrano in gioco interessi egoistici o quando si rimane presi nella morsa dell'atavismo. Ah sì! sono col proletariato, il che vuol dire che sono piuttosto contro di esso, poiché vorrei che scomparisse dalla superficie della terra! Soltanto, ecco... sparisce più in fretta nei paesi capitalisti dell'Occidente. All'Est le masse operaie formicolano come formicolavano un tempo, e non si direbbe che le cose possano migliorare in un futuro prossimo. Mi è difficile entrare in discussioni economiche complicate 160 - Witold Gombrowicz

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