Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

bottega altrettanti giorni liberi, meravigliosi, di festa. Il vuoto? L'assurdo dell'esistenza? Il nulla? Non esageriamo! Un Dio o degli ideali non sono necessari per scoprire il valore supremo. Basta restare tre giorni senza cibo, e un pezzo di pane diventa questo valore; i nostri bisogni sono alla base dei nostri valori, del senso e dell'ordine della nostra vita. Le bombe atomiche? Qualche secolo fa, si moriva prima dei trent'anni, le epidemie, la miseria, il diavolo, le streghe, l'inferno, il purgatorio, le torture ... i successi vi hanno dato alla testa? avete dimenticato cosa eravate ieri? Mi dà fastidio esprimere pensieri così sempliciotti, non me ne sento all'altezza. Non insorgerò contro una visione tragica dell'esistenza, non sono di quelli che dipingono di rosa il mondo. Ma non si può sempre ripetere la stessa cosa. Questo cambiamento di tono lo aspetto dalla nuova generazione; che la smetta finalmente di essere "disperata" o "in rivolta"! L'aspetto più tragico delle grandi tragedie è che esse provocano piccole tragedie, nel nostro caso la noia, la monotonia, lo sfruttamento superficiale e monotono dei livelliprofondi della realtà. "Amici, basta con questo canto; che altre melodie si facciano ascoltare". La politica W.G. - Sa che un amico mi ha scritto una lettera indignata per dirmi che Operetta è contro la sinistra, e quindi è di destra? Mai nessuno mi aveva detto una cosa del genere. Mai fino a oggi i miei libri erano stati interpretati in un'ottica politica ... perlomeno in Occidente. Ovviamente Operetta non è né di destra né di sinistra, ma - e su questo sono d'accordo - la proclamazione della bancarotta di ogni ideologia politica, della bancarotta del rivestimento. D.R. - Ma lei è veramente apolitico? W.G. - In quanto artista? Come potrebbe l'arte essere politica? Vuol forse che una statua di Fidia pronunci un discorso contro l'imperialismo, che una sinfonia di Mozart firmi un appello di protesta, che la Gioconda prenda la parola sul problema dei neri? Lasciate in pace una manciata di visionari, di sognatori, di poeti, e che facciano quello che hanno da fare! Va bene a tutti che ci siano gli alpinisti, senza che a nessuno venga in mente di esigere che dalla cima del Monte Bianco si pronuncino pro o contro la rivoluzione. Lasciate dunque che un pugno di artisti scalino a modo loro le vette dalle quali la vista è più ampia, nebulosa e piuttosto sub specieaeternitatis. D.R. - In ogni modo lei non è un sostenitore dell'arte pura? W.G. - È vero. In quanto scrittore, non ho affatto il diritto di riferirmi alla Gioconda o a Mozart, perché - lo riconosco - la letteratura è un'arte impura, la parola può servire all'arte, ma serve anche a WitoldGombrowicz - 159

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==