bottega Egli è funzione delle tensioni che insorgono, delle situazioni instabili provocate per caso dagli uomini, tra gli uomini, risultante di spinte diverse. Questa creazione inter-umana, sconosciuta e inafferrabile, determina le sue possibilità. Ci sarebbe molto da dire a questo proposito. D.R. - Lei si considera uno psicologo, nell'accezione scientifica del termine? W.G. - Per niente. Io vedo e scrivo. Suppongo che sarebbe facile trovare nella scienza numerose concezioni dell'uomo più o meno vicine alla mia, ma nessuna identica. La teoria è un falso problema per l'artista; la teoria lo interessa solo nella misura in cui può farsela passare nel sangue. D.R. - Ancora una parola. Quale posto ha la morale nel Suo mondo di forme instabili e impenetrabili? Spesso i critici hanno visto in Lei un moralista. ·come è conciliabile il relativismo estremo della Sua concezione dell'uomo con un postulato morale? W.G. - Per me, in letteratura una morale è indispensabile. Senza morale, la letteratura non esiste. In un certo senso la morale è il sexappeal dello scrittore. D.R. - Hm ... come dire che ... W.G. - L'immoralità respinge, mentre l'arte deve attrarre. D.R. - Questa confessione è moralmente immorale! W.G. - È un piccolo contrasto; ce ne sono sempre nell'arte. Le antinomie ... Io desidero essere morale! Solo che, nel mio universo, il problema diviene assai ingombrante, Lei ha ragione. Il nostro senso morale attuale ha un carattere individuale, procede sempre dall'idea di anima immortale, per ognuno diversa, e non è dunque per niente in armonia con un mondo come il mio, fondato sulla creazione dell'uomo da parte degli uomini. È sempre più chiaro che c'è qualcosa che zoppica. Attraverso quante morali diverse dobbiamo aprirci una strada? Con un prete, è una certa morale; con una donna, un'altra ancora. Da militare, ancora un'altra, e un'altra ancora da civile. L'obbedienza cieca che è il fondamento dello spirito militare, è la negazione della morale civile. A casa nostra, in famiglia, non saremmo capaci di uccidere una mosca, ma dai nostri aerei scarichiamo il napalm sui bambini. La nostra epoca brulica di situazioni in cui la morale incontra trasformazioni assai curiose. Di ritorno dal campo di concentramento, il boia accarezza teneramente il suo cagnolino e ascolta il canto dell'usignolo, mentre sua moglie, candidamente sistema sulla lampada un abat-jour in pelle umana. Da un punto di vista morale, sono dei mostri? No, non è così semplice. C'è qualcosa che non funziona. D.R. - Lei crede che non sia possibile trovare una regola comune a tutte queste realtà. W.G. - No, non è possibile... Tranne una regola talmente generale che diventa applicabile in ogni circostanza, e proprio per questo non è Witold Gombrowicz - 155
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