Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

apertura * * * Non dobbiamo mai incorrere nell'errore di prenderci troppo sul serio. Poiché, con quale diritto sottoporremmo l'umano e il divino alla più acuta critica, se al tempo stesso dichiarassimo intangibile la nostra personalità di omiciattoli docenti? Che nella nostra scuola non entri nessuno che non si azzardi a disprezzare in se stesso tante cose quante ne disprezza nel suo vicino, o che sia incapace di proiettare la propria personalità sullo schermo del ridicolo. Ogni meschina autodifesa nella nostra scuola è proibita. Poiché la zona più ricca delle nostre anime, che è anche la più estesa, è quella a cui di solito il nostro amor proprio vieta la conoscenza. Ve lo dirò in modo suggestivo: nella nostra propria clinica dobbiamo essere tanto dei pazienti come dei chirurghi e perfino, se me lo fate dire, dei cadaveri che eseguano la dissezione di se stessi nella nostra sala di dissezione. In questo modo riusciremo a guadagnar terreno sui nostri avversari, se ne abbiamo, perché essi ci combatteranno sempre con armi spuntate e meno affilate delle nostre. * * * Noi non pretenderemmo mai di educare le masse. Che il diavolo le porti. Noi dirigiamo l'uomo, che è il solo che ci interessa; l'uomo in tutti i sensi della parola: l'uomo ingenere e l'uomo individuale, l'uomo essenziale e l'uomo empiricamente dato in circostanze di luogo e di tempo, senza escludere l'animale umano nei suoi rapporti con la natura. Ma l'uomo massa non esiste per noi. Se anche il concetto di massa si può applicare adeguatamente a tutto ciò che raggiunge volume e materia, non serve per aiutarci a definire l'uomo, poiché questa nozione fisico-matematica non contiene un atomo di umanità. Scusate se vi dico cose di così spiccata ingenuìtà. Ai nostri giorni bisogna dire tutto. Poiché quelli stessi che difendono gli agglomerati umani di fronte ai loro più abominevoli sfruttatori, hanno raccolto il concetto di massa per convertirlo in categoria sociale, etica, e anche estetica. E questo è francamente assurdo. Immaginate quel che potrebbe essere una pedagogia per le masse! L'educazione del bambino-massa! Essa sarebbe, in verità, la pedagogia dello stesso Erode, qualcosa di mostruoso. * * * In quanto al concetto di élite o minoranza scelta, avremmo molto da dire in riferimento alla nostra Scuola di Sapienza, perché esso ci pone problemi molto difficili se non addirittura insolubili. Questi problemi passerebbero forse intatti dalla lezione di Sofistica a quella di Metafisica. Solo devo anticiparvi che io non credo alla possibilità di una somma di valori qualitativi, poiché essa implica unà previa omogeneizzazione che suppone, a sua volta, una squalifica di questi stessi valori. Per la nostra Scuola ci occorre un uomo straordinario, o se volete, diversi uomini straordinari, ma capaci, ognuno di essi, di sollevare e teAntonio Machado - 15

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