Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

tanti per McEwan - e neanche i giovani arrabbiati inglesi degli anni '60 da cui pure per alcuni versi McEwan pare direttamente discendere. I giovani disperati e emarginati protagonisti delle storie metropolitane di McEwan ricordano semmai i ragazzi "dagli occhi di pesce", l'incubo che popola Gioventù senza Dio di Horvàth: mostrano la stessa inerte crudeltà, la stessa indifferente e amorfa ferocia. Al centro dell'esistenza che McEwan descrive con fredda oggettività c'è una voragine, un vuoto, un'assenza di senso in cui può accadere di tutto. Così nei racconti e nei brevi romanzi dello scrittore inglese rivivono indifferentemente atmosfere da romanzo gotico, oniriche e macabre insieme, ma anche avventure ricche di suspense, come un thrilling, o storie comiche, oppure grottesche e paradossali, al limite del non-sense - e anzi ben oltre, a volte. Tutte le vicende - se di vicende si può parlare, per questi quadri di una realtà desolata e immobile - si svolgono in un clima che appartiene alla più ordinaria realtà urbana e moderna, ma che è sempre in procinto di trasformarsi in qualcosa d'altro, carico com'è di prensentimenti e ossessioni. l protagonisti delle storie di McEwan ne sono schiacciati, talmente pesante è l'oppressione di questo universo insensato e talmente logorate e quasi nulle sono ormai le loro capacità di reagire, di costruire un proprio destino. Il Jack de Il giardino di cemento vive un'esistenza in cui crudeltà e inettitudine si mischiano al· punto da non poter più essere distinte, in un groviglio ché genera insieme vulnerabilità, cinismo e impotenza. Mai rilassato, in uno stato di continua tensione che trova una spiegazione solo parziale nella sua evidente - e ricambiata - avversione al mondo vicino e lontano, a Jack si aprirà uno spiraglio solo mediante un incesto un po' banalmente liberatore. Ma altri protagonisti dei racconti di McEwan non hanno nemmeno questa chance. L'assurdità e là mancanza 146 - Marino Sinibaldi di senso che li travolge è totale, non lascia spazi, spiragli, possibilità. Il protagonista dell'ultimo racconto della raccolta Fra le lenzuola arriva a Los Angeles -finalmente lontano dalla vacuità, la vecchiezza, la mancanza di energia del continente europeo - ma vi trova lo stesso paesaggio, la stessa "Psicopoli" che ha appena lasciato. Non solo non c'è utopia in McEwan, ma non c'è nemmeno evasione e fuga possibile. Neanche le speranze più elementari resistono del resto all'insensatezza quotidiana: l'unica bella storia di un'amicizia che McEwan racconti - L'ultimo giorno d'estate in Primo amore, ultimi rill) sopravvive sorprendentemente al cinismo e all'indifferenza che dominano la comune di giovani dove è ambientata, ma si disfa in un finale quasi scontato, vittima predestinata di un banale incidente. E non c'è nemmeno speranza nel futuro. Anzi il futuro nelle storie di McEwan pare destinato a essere una catastrofe che continua quella che viviamo. Nel racconto Due frammenti: sabato e domenica 199 - in Fra le lenzuola - uno scenario apocalittico, chiaramente postatomico, fa da sfondo a una delle vicende più desolate che McEwan abbia· raccontato. Il paesaggio urbano ha consumato la sua decadenza e pare ormai un'allucinazione che si è orribilmente realizzata: "Rifiuti urbani insudiciano lo spiazzo. Verdura marcia e calpestata, scatoloni di cartone appiattiti per servire da letti, i residui di fuochi e i resti di cani e gatti arrostiti, latte arruginite, vomito, pneumatici rotti, escrementi di animali ... "; e poi falò nelle strade, telefoni dai fili strappati, automobili rotte, violenza e ferocia nei vicoli. Gli umani che popolano questa landa desolata che è la metropoli di fine secolo immaginata da McEwan sono sul punto di perdere anche la memoria: "il campionato di calcio era un ricordo sempre più sbiadito". La cifra distintiva dell'universo narrativo di McEwan è l'assenza totale e pressoché insuperabile di momenti di au-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==