raccontistranieri sempre. La natura è il loro palpito. Lucy vede: capisce: gli dei sono Dio. Che cosa terribile aver abbandonato Gesù, un uomo come quelli, fatto di terra come loro, con un palpito come il loro, Dio che si cala nella natura per diventare dio! Gesù, non più miracoloso di un comune pecoraio; un pecoraio è un miracolo? E una foglia? E una noce, un cuore, un seme, un sasso? Tutto è miracolo! Lucy capisce di aver rinnegato la natura, di aver lasciato la vera religione per il Dio degli ebrei. I ragazzi sono sdraiati pancia a terra, e scavano con dei bastoncini. Scavano e scavano: piccole buche con mucchietti di terra accanto. Le riempiono di noccioli di pesca, noccioli di ciliegia, bucce di melone. I siciliani e i napoletani prendono su i loro cesti e borselli e borse e se ne vanno. Le panchine odorano di frutta mangiata, succo versato, fitto di insetti. Il palcoscenico è pulito. La stanza di soggiorno se n'è andata del tutto. È lassù in alto, estremamente piccola, non più grande della mezzaluna sull'unghia del pollice di Lucy. E sta ancora salendo: le voci delle persone a bordo sono così deboli che Lucy quasi non le sente. Ma sa qual'è la parola che usano di più. Per quanto tempo possono continuare? Per quanto? Un lungo ruminare. Morte, morte e morte. La parola è più un verso d'aniCynthia Ozick - 127
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