Linea d'ombra - anno II - n. 4 - febbraio 1984

raccontistranieri guardasse intorno - niente cristiani e niente polli. Sta di fatto che i cristiani, per l'ansia di veder il vescovo, erano già atrivati prima dell'alba, e per le strade che conducevano ai villaggi non c'era già più nessuno. Ed ecco comparire un ebreo con un paniere al braccio, che sta lanciando sputi, ingiurie e vituperi non si capisce contro chi. "Che scoppi l'anima a quella malvagia!", dice. "Non solo non si è lasciata prendere, che così avrei dato una consolazione a Reb Israel Shelomò, ma mi ha anche graffiato a sangue. Ecco i segni delle sue unghie, ecco la ricompensa di chi vuol far del bene". L'oste lo guarda imbambolato. "Cos'hai da guardarmi? Non hai mai visto un uomo sfortunato? Vedi queste mani? Stavano per prendere Làsunka, ma la gatta è scappata, dopo avermi conficcato le unghie nella carne. Pazienza! Adesso mi metterò a mangiare, e se ne hai voglia, ce n'è anche per te". Si lavano le mani, e l'uomo del paniere sciorina le sue provvigioni. Làsunka, che non era molto lontana, attratta dall'odore viene a metter la testa nel paniere. L'uomo guarda senza fiatare e ammicca all'oste, che finalmente si riscuote dal suo stupore, capovolge il cesto sulla gatta e nel frattempo si slega la cintura. L'altro l'afferra e lega le zampe alla gatta. Ed ecco Làsunka dentro al cesto, che miagola a perdifiato. Miau di sbigottimento, perché nessuno l'ha mai trattata con simile insolenza, miau di lamento, e infine miau di furore. "Non aver paura, Làsunka", dice l'uomo del paniere. "Non vogliamo che il tuo bene. Ti riportiamo al tuo padrone, e là troverai ben di più che nel canestro di un povero". Tutti contenti benedicono il pasto, mangiano e si affrettano verso la città con Làsunka che si divincola nel cesto. Camrnin facendo l'uomo del paniere fa una bella trovata. Sia per l'emozione, sia per avvertir la città che la gatta era di ritorno, si mise a 110 - S.I. Agnon

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