bottega liceo e dunque nel dopoguerra, la signora M.F. mi disse di essere assidua lettrice del settimanale Il mondo diretto da M. Pannunzio (e poi lei era una persona dall'apparenza molto placida, anche se un po' ironica verso chi non studiava bene la lezione di greco: quell' "ironia", che con me lei non aveva mai usato quand'ero studente, penso che l'avrei meritata più d'una volta per tante inutili cose che ho fatto da adulto). E ancora devo aggiungere che le parole "sognata" e "sogno" e "morti" non le sostituii soltanto per una questione di gusto, bensì (nello stesso spirito delle altre varianti) con l'intento di approssimarmi, quanto più possibile a una "verità" che non dipendeva da me, e dunque non manipolabile né mistificabile: del resto, a ben riflettere, non avrei potuto giurare di averla davvero "sognata", quella mia cara Insegnante, se non forse per un attimo e per poi perderlaimmediatamentedi vista, sicché il suo ritorno era stato forse una specie di "meteora" o giù di li, e ritorno da un altrove che avrebbe potuto anche non essere soltanto un buio regno di morti (ma appunto un placido eliso; e di abbandonarlo per venire ai vivi mi era parsa, lei ombra, ragionevolmente timorosa; e poi non riuscivo veramente a stabilire quale delle due persone stesse chiamando l'altra). Anche il titolo è cambiato. Adesso è: Per l'insegnantedi greco M.F. e la ragione di queste sibilline iniziali non è che un piccolo atto di pudore, essendo famoso il cognome di quella persona scomparsa. Ecco, dunque, la poesia che è andata costruendosi in tutti questi mesi, anche quando stava in letargo in mezzo alle pagine dell'agenda. Se non vi riuscirà del tutto sgradita, ciò mi incoraggerà a supporre che il mio discorso fin qui non era del tutto gratuito, né infondato. Appena perduta di vista tornò E non sentii sorpresa d'incontrarla A un così millimetrico intervallo Dal suo placido eliso liberale - Di te conosco tutto - sorrise - benché inghiottita Dal silenzio che segue all'esplosione di un jet - Veniva giustappunto per ascoltarmi Con l'ironia di sempre in quel simposio di chiacchiere Però sarebbe finita li se io Pour envie peut-ètre de plaisanter Non gliel'avessi detto che appena prima Ci eravamo sfiorati nel sonno della mattina - Oh non dire così - e quasi singhiozzando Volle abbracciarmi - perché anch'io la stessa cosa: Entrambi incerti se era lei che altro.ve mi chiamasse O ai vivi io l'ombra timorosa (dicembre1983) 104 - GiovanniGiudici
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