Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

raccontistranieri prende dentro la valle tra lo zoo e le case sul crinale. C'è traffico fino a molto tardi, o troppo presto. Autocarri. Autocisterne, che partono prima dell'alba. I vapori dell'attrito delle gomme contro l'asfalto sono parte della qualità del silenzio cittadino; dopo un po' non si sente più altro rumore. Ma a volte - forse è per via della brezza. Perfino nelle tranquille notti d'estate ci dev'essere una brezza che si alza verso l'alba. Non abbastanza forte da muovere le tende, una corrente d'aria ha portato, leggero, chiaro e distante, dritto all'orecchio, un ansimare. O forse è stato quel buon whisky dopo cena. Di regola io non bevo dopo cena. Un interruttore metabolico si accende nel cervello: apri. Chi è? Un camion di patate che attraversa i semafori ci fa tremare al sedicesimo piano. Languida di sonno, sono stata impalata alle ore piccole. Tu sei cresciuto come un albero e hai sollevato il marciapiede; tutto cresceva, rompeva, si liberava. Chi è? O qualcosa che ho letto sul giornale ... Sì. Ieri sera - questa notte - nel City Late, prima pagina, c'erano gli scioperanti di colore nelle strade, gli scaricatori del porto con mazze e bastoni. Un grasso millepiedi nero che avanzava pavoneggiandosi su migliaia di zampette ondeggianti. L'ansimare si fa più forte, potrebbe essere in giardino o sotto la finestra; arriva quella pausa, quella caduta di respiro. Aspettatelo: lo stiamo aspettando. Si pavoneggia, avanza, sop·ra il ben tenuto per favore non calpestare l'erba. Hanno attraversato una città non lontana da questa, i loro passi sono così ritmati, agitano i bastoni (non più lance, non ancora fucili); possono coprire qualunque distanza, col tempo. Negozi e case si chiudevano al loro passare. E il grido che saliva mentre si avvicinavano - quel lamento pieno di tensione, la voglia di libertà che piega le sbarre della gabbia, si è liberato, è vicino, ora, è come se fosse sull'autostrada, disorientato, cerca la sua strada e gira la splendida testa, infine, per rivendicare ciò che non ha mai visto, il paese del quale è il re. Nadine Gordimer (Sud Africa 1923) Di lei sono stati tradotti in italiano soltanto Un mondo di stranieri da Feltrinelli e La figlia di Burger da Mondadori. Un suo volume di racconti dal titolo li bacio di un soldato, da cui è tratto quello che pubblichiamo, sta per uscire presso La Tartaruga, che ringraziamo. Nadine Gordimer - 93

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