narrativae diario Ma la notte pensavo a quel biondino, a cosa avrei voluto rispondergli, e... non so. Fargli un cenno di assenso col capo: "Sì, il sacrificio della vita compreso, senza tener conto delle conseguenze", sarebbe stato·qualcosa di indegno. Ricordo un frammento della conversazione di Milosz con Watt nella Mia epoca, sull'autodafé delle insurrezioni polacche, quando il marchio più pesante delle responsabilità veniva alla fine scaricato su dei bambini. Su dei bambini con la carabina in mano. Non avevo sviluppato la risposta, era troppo breve. Si aspettavano sicuramente qualcosa di più da me. Sarebbe stato cento volte meglio riconoscere la propria incertezza, rispondere "non so", oppure "ne so quanto voi". Questo non vuol dire che abbia perso la speranza. Non so invece definirla, articolarla. La vedo di fronte a me, vasta e non chiara, sento che saranno lunghi anni di lavoro di carattere e di intelletto, un lavoro di lotta, sforzo, stanchezza. Oggi possiamo perdere, ma non possiamo perdere una volta per tutte. Certo, sono già pronti i piani per la nostra distruzione, ma non si può prevedere il piano segreto degli altri elementi e avvenimenti che non si sono ancora manifestati, celati nella natura del mondo, nel futuro. I piani di distruzione si possono spaccare contro di essi. Dobbiamo puntare sul bene contro il male, ma giocare con saggezza e prudenza. A volte una nazione vince una lotta simile nel corso di due, tre generazioni (in India, che ha annunciato al mondo cosa sia la potenza della resistenza passiva, il problema lo ha risolto la generazione di Gandhi e di Nehru). Una lotta del genere si fonda su di un lavoro di intelletto e volontà, enorme, di lunga durata. È una lotta per se stessi. Non solo per la libertà. In essa noi stessi ci modifichiamo. È il duro lavoro di creare una forma nuova alla polonità. (traduzione di Giovanna Tomassucci) Kazirnierz Brandys (Lodz 1916), dapprima militante politico e giornalista, ha narrato i dilemmi e contraddizioni della società polacca dagli anni trenta al "socialismo realizzato", in celebri racconti e romanzi (tra questi, tradotti in italiano: La madre dei re e La difesa della "Grenada"); Lettere alla signora Z. (1960) è una raccolta di saggi in forma epistolare, Variantipostali (1972) è considerato il suo libro più lirico e inventivo, di forti accenti parodistici. Ha scelto l'esilio nel finire del 1981e vive oggi a New York. Le pagine che pubblichiamo sono tratte da Diario 1978-1981, di prossima pubblicazione presso le edizioni e/o con prefazione di Vittorio Strada. 90 - KazimierzBrandys
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