Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

narrativae diario Già dalla prima notte del 1979 la neve ci ha ricoperti. Quella notte il palazzo di fronte a noi con la lanterna sopra l'entrata e le luci su in alto alle finestre velate, emergeva dalle bianche tenebre come un'apparizione fosforescente. Eravamo tagliati fuori dal mondo. Gli ospiti di San Silvestro che avrebbero dovuto arrivare in macchina da Varsavia, non sono riusciti a venir fuori dalla tormenta. Eravamo tagliati fuori dal tempo, prigionieri dal secolo scorso. La troupe del film di Zanussi, che ha girato qui per tutto novembre e metà del mese di dicembre, ha trasformato gli internj in un retro da salotto: drappi di broccato sistemati da ogni parte, un pianoforte giallo di foggia antica che si dispiega intorno alla porta nella stanza dei giochi di carte, dando l'illusione che lo abbia appena lasciato Chopin, e, nel salone laterale, di fronte allo specchjo, un tavolo enorme con una tovaglia rossa, poltrone, armadi a specchio per i libri della bibHoteca, dove mandano riflessi d'oro i dorsi dei volumi tedeschi di Brockhaus (fino ad ora non li avevo mai notati). Fuori, all'entrata del palazzo, si fanno notare un grande cartiglio con scudo e lance, un'imitazione insolitamente ben fatta, delle palle di gesso, delle urne sulla balaustra lungo lo stagno. Si ha l'impressione che da un momento all'altro debba partire da qui un allegro corteo sulla neve, che slitte colme di musica ci porteranno in quel biancore fino ai manieri viciru, a danzare, a divertirci ... E invece no. Sediamo nella saletta della televisione, gelida, gli occhi fissi sullo schermo da cui ci chiama uno sgomento annunciatore, il nasetto camuso ed il labbro superiore che sembra ricucito. A Varsavia è venuto a mancare il carbone, ci sono state avarie nelle centrali elettriche: le comunicazioni cittadine sono saltate, la gente gela negli ospedali e nelle case. Scoppiano i tubi, la neve ha paralizzato le principalj arterie del centro. I treru e le strade impercorribili. Mancano gli spazzaneve per spalare via la neve, l'esercito toglie il ghiaccio dai binari. Il governo ha dichiarato la calamità naturale, l'azione contro l'offensiva dell'inverno è guidata dal Consiglio dei rrunistri, Primo rrunistro in testa. In alcune città per due giorni di seguito sono mancati luce, riscaldamento e acqua. Il riforrumento di gas è stato diminuito. Porti e cantieri sono chiusi, i voli aerei cancellati. Gli annunciatori sono chiaramente quelli più a pezzi di tutti, psichicamente scossi: incutono paura alla gente con le loro facce funeree. In particolare quello dal nasetto schiacciato, che prima ammiccava faceto, ora parla come uno Starzynski dalla capitale assediata, invitando la gente a resistere e a non perdersi d'animo. Che gli è successo? Semplicemente è divenuto realtà il brutto sogno che, per anni, sul far dell'alba gli ha tolto il fiato: avrebbe dovuto dire la verità, un giorno, la verità, con parole vere. Parlare di quello che tutti sanno, dire "strade impraticabiH" invece di. "paesaggio ricoperto da una bianca coltre", dire "mancanza di scorte di carbone" invece che "le nostre centrali elettriche hanno realizzato e superato il piano". Ecco cosa gli è successo. Non può più ammiccare faceto, ciarlare con la sua voce calda di tenorino del ballo di San Silvestro, dei bambini invitati a prendere una cioccolata calda al Belvedere, di Biancaneve e degli alberelli con le palle di Natale colorate. I tram sono fermi, i termosifoni non scaldano. Non servono a nulla le spiegazioni e gli spiritosi preannunci dei programmi futuri: non è possibile raccontarlo con quadretti idiJlici, mentire pedagogicamente dicendo che i Polacchi sprecano troppo calore in casa o che usano troppo spesso il tram. Il nostro presentatore invece lo dimostrerebbe molto Kazimierz Brandys - 85

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