narrativae diario abbia un quadro completo della nostra vita artistica. Invece, ed è forse la cosa più strana, Mademoiselle R. sembra essere soddisfatta, evidentemente le piace questo salotto intellettuale varsavìano e le vedo già guizzare negli occhi il lampo della scoperta con cui atterrerà ad Orly: "On est très slave là-bas, vous savez, c'était comme du Mrozek ... du Gombrovitch ... ".Quandoci accomiatiamo sulla porta, dal solotto si sente: "Ed io quella zoccola me la scopo ... ". * * * Le possibilità di pubblicare i miei libri si assottigliano sempre di più, per cui evidentemente dentro di me viene a esserne diminuito anche il bisogno. Quindici o vent'anni fa non avrei potuto immaginare di poter vivere e lavorare in simili condizioni. La cosa più imprevista è che - nelle sue grandi linee - la mia vita non è per questo molto cambiata. Mi ricordo spesso del racconto di P ... , della sua conversazione con l'Achmatova che negli ultimi anni di vita gli aveva donato la sua amicizia. Quando una volta lui si era lagnato con lei della sua difficile situazione (aveva l'interdizione a scrivere), l'Achmatova lo aveva interrotto: "Pensate che vi possano arrestare?". P ... rispose di no. "Vi espelleranno dall'Unione?". P .. rispose ancora una volta di no. "Ma di che si tratta, allora?". P ... afferma che fosse profondamente stupita. Sono queste "le consolazioni russe". Confrontato al destino russo, nulla dovrebbe sembrare terribile. Invece non è così. Il destino russo non è scolpito nella nostra coscienza, è qualcosa a noi estraneo con cui non abbiamo niente in comune, nè affinità nè responsabilità. Grava su di noi, ma non è nostro retaggio. L'ho sempre avvertito nella letteratura russa: ne ho sempre avuto paura. Ho paura ancora oggi di alcuni racconti di Gogol' e di tutto Saltykov Scedrin. Preferirei non aver conosciuto il loro mondo, non aver saputo che esiste. Bisogna esser francesi per sentirsi al sicuro da quella letteratura. Leggendo Dostoevskij, mi devo ripetere che uscirò da quella malattia sano e salvo, che potrò sfuggirle in qualche modo, perché lasciarsene cogliere e soccombere equivarrebbe ad un castigo spirituale, per cui non ho sufficiente umiltà. La loro letteratura inoltre si accosta a noi, ci diviene inquietantemente vicina. Cominciamo a pensare attraverso di lei, a vedervi situazioni e scene della nostra stessa vita. Nel programma teatrale del lunedì alla televisione hanno dato la riduzione del Cappotto di Gogol'. Non sono riuscito a restare lì a guardare più di un quarto d'ora. In quel miscuglio di anirnucce, nel grottesco avvilente della disperazione, c'era qualcosa della nostra materia. · Si è abbreviata la distanza fra noi e loro; quello che prima per noi era un concetto, il pensiero della Russia, diviene ora lo stesso nostro corpo. Non è stato forse Herzen a paragonare la Russia ad una donnetta bastonata, pesta di lividi, ai piedi di Nicola? Accostamenti del genere si ricordano sempre con facilità. In genere solo l'inverno ricorda a Varsavia che è una città orientale. Questa volta l'ha fatta tornare indietro fino al secolo scorso. Le persone che stanno alle fermate per ore nella neve sporca e fangosa sembrano tante donnette di campagna bastonate. 1979 Dovevo scrivere su varie questioni letterarie, mentre invece è giunta la disfatta esistenziale. Neve. 84 - Kazimierz Brandys
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