Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

apertura mucchio solo. Poche sigarette, pochi bocconi di carne, poche "annas" rubate alla cameriera, due visite ad un bordello (in entrambe le occasioni se ne andò senza combinare nulla), una scorrettezza da nulla scappatagli nei confronti della sua padrona di casa a Plymouth, un'esplosione di collera - questa è più o meno l'intera collezione. Quasi fin dall'infanzia dimostrò poi una profonda onestà, un'attitudine etica piuttosto che religiosa, ma, pressapoco fino ai trent'anni, non ebbe nessun senso di orientamento ben definito. li suo primo ingresso in qualcosa definibile c6me vita pubblica venne fatto dalla scelta del vegeterianismo. Si avvertono continuamente sotto le sue qualità meno comuni i solidi uomini d'affari del ceto medio che furono i suoi antenati. Si sente che anche dopo aver abbandonato la sua ambizione personale deve essere stato un avvocato energico e pieno di risorse e un organizzatore politico dalla testa dura, attento a limitare i costi, un abile manipolatore di comitati e un infaticabile raccoglitore di sottoscrizioni. Il suo carattere era costituito da una straordinaria commistione, ma non vi era quasi nulla che si potesse chiamare cattivo, e credo che perfino i peggiori nemici di Gandhi ammetterebbero che si trattava di un uomo interessante e non comune che ha arricchito il mondo semplicemente vivendoci. Sul fatto che fosse anche un uomo amabile e che i suoi insegnamenti possono avere molto valore per chi non accetta la fede religiosa, non mi sono mai sentito del tutto sicuro. In questi ultimi anni c'è stata la moda di parlare di Gandhi come se fosse non solo simpatizzante del movimento della sinistra occidentale, ma parte integrante di esso. Anarchici e pacifisti in particolare lo hanno rivendicato come uno di loro, limitandosi a rilevare che era contrario al centralismo e alla violenza di stato e ignorando la tendenza ultraterrena, antiumanistica delle sue dottrine. Credo che occorrerebbe ca-· pire che gli insegnamenti di Gandhi non possono essere conciliati con la convinzione che l'Uomo è la misura di tutte le cose e che il nostro compito consiste nel rendere la vita degna di essere vissuta su questa terra, che è la sola terra che conosciamo. Quegli insegnamenti acquistano senso soltanto sulla base della convinzione che Dio esiste e che il mondo degli oggetti solidi è un'illusione da cui bisogna fuggire. Dobbiamo considerare le discipline che Gandhi imponeva a sè stesso e che - benché non fosse in grado di insistere presso ogni suo seguace per far osservare ogni dettaglio - riteneva indispensabili se si voleva servire Dio o l'umanità. Innanzitutto non mangiare carne, e se possibile nessun cibo animale in nessuna forma (Gandhi stesso, per riguardo alla sua salute, dovette fare un compromesso per il latte, ma pare che sentisse ciò come un'apostasia). Niente alcool o tabacco, e nessuna specie di condimenti nemmeno di tipo vegetale, poiché il cibo dovrebbe essere preso non per il gusto in sè, ma solo al fine di preservare la propria forza. In secondo luogo, se possibile, nessun rapporto sessuale. Se rapporti sessuali debbono esserci, allora questo deve avvenire per il solo fine di 8 - George Orwell

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