semplice, scaramantica e rassicurante per chi legge come per chi ha tradotto. Ma l'effetto della formula non sempre è quello della copertura totale. Il terrore del tradimento (o il suo brivido?) non sempre si placa nella contemplazione di un risultato esteticamente irreprensibile. E spesso l'estetica, la bellezza dell'infedele, continua a turbare la coscienza del responsabile del tradimento, ovvero del passaggio da una cultura all'altra. Tradurre Christa Wolf significa appunto correre il rischio di non riprodurre per intero quello che che si legge nell'originale. Racconto, diario, romanzo, saggio, lezione universitaria o lettera, l'originale rappresenta sempre una meditazione severa, un lavoro di analisi in cui pietas ed ethos formano un blocco compatto che vieta all'ironia (che accompagna anche Cassandra) di essere, come la sua origine greca vorrebbe, dissimulazione o finzione, o di ridursi alla consapevolezza romantica della vanità di ogni cosa concreta, e che invece la trasforma in coraggio. Coraggio di considerare l'individuo capace di scegliere l'esercizio della critica in nome di quella "vera serietà che viene solo da un interesse sostanziale, da una cosa in sè stessa valida - verità, eticità, ecc. - da un contenuto che vale essenzialmente già come tale, cosicché si diventa essenzialiper se stessi, solo in quanto immersi in tale contenuto e divenuti a lui conformi in tutto il nostro sapere ed agire". (Hegel). Sapere ed agire in nome di un contenuto essenziale: l'uomo, la sua libertà di fronte a se stesso, ai suoi simili e al potere, il suo destino; ecco il contenuto di verità sostanziale delle opere di Christa Wolf che tutte ruotano intorno al punto - oggi dolentissimo e minacciato - che è quello della bottega cura e della conservazione della dignità dell'uomo. A Christa Wolf è toccato il dono di un grande talento naturale per l'arte dello scrivere, e questa è opera degli dei, suo e soltanto suo è invece il merito di aver trasferito questo talento dalle regioni ridenti dell'ornamento a quelle più austere della coscienza e della responsabilità dell'essere uomo. Responsabilità che, vivendo Christa Wolf in uno dei paesi del socialismo reale, implica una disciplina della critica molto più impegnativa di quella degli intellettuali che vivono e lavorano in regimi di democrazia più o meno reale. Ogni parola scritta assume infatti un peso enorme, è esposta al pericolo continuo dell'equivoco, esce dalla pagina per finire al centro di un dibattito, spesso drammatico, e sempre molto lontano dalla serenità olimpica di un discorso sul bello in arte. Parole che pesano e fanno pa4ra. Quanti scrittori oggi portano questo peso? Parole che scavano fossati tra individui che pure hanno o dicono di avere una meta comune e cioè quella del restauro sulla terra, di una misura di vita umana, ma che non riescono ad accettare che per ottenerla si debba smascherare il potere. (Alludo alla polemica che ha visto scendere in campo contro Cassandra, nella Repubblica Democratica Tedesca, tra gli altri, un germanista ex deportato nei campi di sterminio di Hitler come Wilhelm Girnus e che è un altro esempio di quanto difficile sia e tormentato, ancora oggi, essere tedeschi in Europa. E di quanto facilmente si dimentichi l'esortazione, tutt'altro che tollerante ma certo incontrovertibile, di San Paolo: Oportet et haereses esse). Parole che fondono in un unico grumo tutto lo spazio abitato dall'uomo e tutto il suo tempo, passato presente e futuro in un hic et nunc che non permette evaChrista Wolj - 77
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==