bottega tre per noi tutto questo materiale è "mitico". La sua figura cambia continuamente, mentre la studio: svanisce sempre di più ogni esagerata serietà, l'eroismo, il tragico é quindi sparisce anche la compassione e la mia parzialità nei suoi confronti. La vedo con più lucidità, addirittura con ironia e humour. La smaschero. E poi mi è precipitato addosso tutto il suo mondo: le sue amiche, la sua famiglia. Credo di conoscerli. Anzi mi accorgo di "conoscerli", da molto tempo. E tante astrazioni si riempiono di carne e sangue, di volti, gesti. Per questo racconto, che vedo sempre di più come un racconto a chiave, avrò bisogno di molto più tempo ... da Cassandra Ecco, Amore che fiacca le membra, lafiera dolce amara, l'invitta, mi tiene prigioniera. Saffo (frammento 137) Ecco, questi sono i luoghi. È stata qui. Questi leoni di pietra, oggi privi della testa, l'hanno vista. Questa fortezza, già inespugnabile, ora solo rovine, è stata l'ultima cosa che lei abbia visto. Nemici ormai dimenticati e i secoli, sole, pioggia, vento l'hanno levigata. Immutato invece il cielo, un blocco azzurro cupo, alto, lontano. Vicine le mura ciclopiche, oggi come ieri, guidano alla porta dalla quale non scorre piu sangue. Alle tenebre. Al macello. E sola. Raccontando mi avvio verso la morte. Questa è la mia fine, impotente, e niente, niente di quanto avrei potuto fare o non fare, di quanto avrei potuto volere o pensare avrebbe potuto condurmi a una meta diversa. Sono sommersa, corrosa e intossicata dalla indifferenza delle divinità per noi più che da ogni altro sentimento, anche più che dalla mia stessa angoscia. Fallita l'impresa audace di opporre al loro gelo la nostra tiepida fiamma. Invano cerchiamo di sottrarci alla loro violenza, lo so da molto tempo. Ma poco tempo fa, di notte, durante la navigazione, mentre il cielo in tempesta minacciava di schiantare la nostra nave, quando scoprii Marpessa che, nascostamente, scioglieva i nodi che la legavano con i gemelli all'albero maestro, io, legata ad una fune più lunga di quella degli altri prigionieri, mi gettai contro di lei ciecamente, senza esitare, per impedirle di affidare la vita sua e quella dei miei figli all'indifferenza degli elementi, consegnandola così, invece, alla follia degli uomini, e dovetti arretrare di fronte al suo sguardo, ritornando ad accucciarmi al mio posto accanto ad Agamennone che vomitava e si lamentava, mi chiesi allora di che materiale siano mai le catene che ci legano alla vita. Vedevo come 74 - Christa Wo/f
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