Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

bottega guerra mondiale, ma anche più tardi, di fronte alla violenta delusione del dopoguerra, dovuta alla constatazione che l'umanità "non vuole imparare". · Si parla di ciò che è umano, un dialogo affascinante. Meteln, 7 aprile 1911. Cassandra visse tra due catastrofi: l'eruzione del vulcano di Santorino intorno al 1500e l'invasione dei Dori (popolo nordico, di gente di mare) nel 1200. Al centro, cioè pressappoco nel Xll secolo, si situa la sua catastrofe personale, la caduta di Troia. Sipuò anche pensare a un lento dislocamento della morale in area mediterranea - o anche violento e rapido - a favore dei minoici di Creta più amanti della pace e dediti al commercio, o a favore dei principi achei, violenti e dediti alla rapina; come Omero li descrive. È mai realmente esistita quella che alcuni postulano, forse inseguendo una speranza più che una certezza, e cioè una specie di "pax cretiensis"? Un ordo pacifico nel mediterraneo orientale sconvolto dagli Achei? Questo avrebbe posto Cassandra nella necessità di separarsi da un'utopia non più sostenibile e di non trovare più un luogo reale di vita. È legittima oggi, una psicologizzazione del mito? Nel 1941Thomas Mann scrive a Kerényi: " ... Solo questo poteva essere allora il mio elemento: mito più psicologia. Da molto tempo questa combinazione mi appassiona perché infatti la psicologia è il mezzo per strappare il mito dalle mani degli oscurantisti fascisti e restituirlo alla sua funzione umana. Per me questo connubio rappresenta esattamente il mondo del futuro, un'umanità benedetta dal sublime e dal profondo". Un progetto utopistico in nuce. Che cosa significa tutto ciò oggi, che coloro i quali pianificano la distruzione di interi continenti non sono, nell'accezione comune, nè oscurantisti nè fascisti, nè tantomeno si preoccupano di fondare per i loro scopi regni millenari romani o germanici? È vero che anche loro hanno bisogno di miti, nel senso che la parola ha assunto oggi e cioè nel senso di falsa coscienz.a.Un mito simile sarebbe quello secondo cui noi viviamo oggi in una pace gravida di futuro. E arriviamo al 1947e Thomas Mann, per cui l' "esilio" - come aveva previsto nel 1941 - non è più uno "stato di aspettativa, in attesa del ritorno", ma paradossalmente una anticipazione di una condizione futura più generale, riferita cioè a un "dissolvimento delle nazioni in una unione comprensiva di tutto il mondo", Thomas Mann, ancora sempre a Pacific Palisades, Calif. scrive al filologo classico e umanista: "Le prospettive sono pessime. (... ) Certo, credo che tutto sommato e malgrado ogni apparenz.a contraria, l'umanità sia stata scaraventata un bel pezzo in avanti. Ma ha sette vite come i gatti. Nemmeno la bomba A mi fa realmente paura per quello che la riguarda. L'umanità non dimostra forse la sua resistenz.a anche in noi stessi? li fatto che produciamo ancora opere non è forse indizio di una straordinaria sconsideratezza o di misurata fiducia? Per chi lavoriamo? Per quale 72 - Christa Wolf

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