Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

bottega di una casa. Vuole studiare. Per una donna di classe sociale elevata, l'unica professione pensabile è quella di sacerdotessa, di profetessa. E questa professione, vero e proprio privilegio, è una scelta obbligata: dovrà esercitarla secondo la norma e la tradizione. Proprio questa tradizioneCassandra dovrà rifiutare; agli inizi, perché ritiene di dover servire nella maniera migliore il gruppo dei "suoi", al quale è profondamente e inestricabilmente legata, più tardi, perché ha capito che il suo gruppo non è affatto il "suo". Un processo di distacco doloroso, durante il quale Cassandra sarà prima dichiarata folle, proprio perché dice la verità, e poi verrà rinchiusa nella torre - dall'amatissimo padre Priamo. Le visioni dalle quali viene sopraffatta non hanno più niente a che fare con gli oracoli della tradizione: lei "vede" il futuro, perché ha il coraggio di vedere la realtà dei fatti nella situazione presente. Non è sola in questa fatica. Cassandra si unisce ai gruppi minoritari presenti nell'insieme eterogeneo per stato sociale e origine etnica, che popola l'interno del palazzo e i suoi dintorni. Ciò facendo Cassandra finisce per mettersi, coscientemente, fuori gioco, si spoglia di ogni privilegio, si espone a sospetti, disprezzo e persecuzioni: è il prezzo della sua indipendenza. Non si autocommisera: vive la sua vita, anche in guerra. Tenta di revocare il verdetto che le pesa addosso: condannata a essere oggetto. Alla fine sarà sola, preda dei conquistatori della sua città. Sa che per lei nessun'altra alternativa vivibile è stata possibile. L'autodistruzione di Troia è stata accélerata dalla distruzione compiuta da un nemico esterno. L'età in cui violenza e sete di potere saranno dominanti è alle porte. Ma non tutte le città a lei note saranno distrutte. Berlino 2 febbraio 1981. ...Oggi non c'è più bisogno di essere "Cassandre": molti cominciano a intuire che cosa accadrà. Un disagio che molti classificano come "vuoto", come perdita di senso e che incute paura. Un recupero del senso, attraverso istituzioni lise -. cosa cui molti erano abituati - non è auspicabile. Non esiste un cammino di fuga. Ci si sente in trappola. L'Australia non è una soluzione. Meteln 26 marzo 1981. Leggo l'epistolario Mann-Kerényi: un dialogo per lettera. Un senso di felicità e di invidia nel veder crescere l'entusiasmo che ognuno dei due deriva dall'altro; fiducia nel significato di un lavoro intellettuale incorruttibile e fiducia reciproca tra due lavoratori dello spirito - fenomeni che, mai contestati, sembrano appartenere a epoche remote. Mi sono sentita quasi contagiata dal pensiero che forse anche per noi ci potrebbero ancora essere delle possibilità - anche se gli autori di queste lettere, assai poco protetti contro gli orrori e le pagliacciate di una Germania fascista dal loro stile di vita umanistico, il 'romanziere così come il filologo classico, sono dilaniati da dubbi profondi: non solo, cosa comprensibile, durante il montare progressivo e inarrestabile di una nube oscura su tutta l'Europa sino alla seconda Christa Wolf 71

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