racconti italiani - Ciao. - - Ciao. - - Che stavi facendo? - - Giocavo con Tim, lui non è voluto venire. È rimasto col nonno. - Ora mi guarda e sta zitto. Forse è stanco. - Perché non vieni in giardino? Si può giocare insieme. - - Ma il nonno ... - - Quintilioo, può venire da me Giuseppe? - Il nonno non risponde, parla poco lui, ma muove sempre le mani, forse anche ora. Io non lo vedo per il grano. - Vieni, il nonno dice che puoi venire. - Il giardino è grande, non riesco a vederlo tutto intero. È pieno di fiori e di alberi. Bellissimo. Mi metto a guardarlo e rimango fermo. Lui ride e raccoglieun foglia da terra, una foglia molto grande. Ci fa un buco nel mezzo. - Vieni qui vicino, da questo buco puoi vedere il sole. - lo metto l'occhio sul buco e guardo dentro, la luce è forte, ma non mi dà noia. - lo il sole non lo vedo. - Ma forse quella luce è proprio il sole. mi diverto e rido. - Tieni - e gli dò la foglia. Lui siede per terra, con le gambe incrociate e ci guarda dentro. Io guardo lui e mi viene in mente che nel casotto degli attrezzi c'è un pallone. - Vieni con me, Filippo. - - Attento a non farti male, è pieno di roba - urla lui. Eccolo il pallone, è dietro la macchina che taglia l'erba. Lo prendo e torno fuori, ma qui in mezzo al giardino è difficile giocare. - Andiamo - dice Filippo e entra in casa. Qui, in questa stanza, non sono mai stato, nemmeno con la mia mamma. È grandissima, piena di quadri e di tantissime altre cose, potrei starci tutto il giorno a capirle tutte. - Quelle pistole sono vere? - chiedo a Filippo indicando una parete tutta piena. - Sì, sono vere, ma antiche, vecchie. - - Vuoi dire che non funzionano più? - Filippo pensa. - No, probabilmente qualcuna funziona ancora, ma non sono fatte bene come quelle di ora. - Ma se sparano, sono come le altre, quelle moderne. Più che sparare che devono fare? Passiamo dalla cucina (questa la conosco) e entriamo in cortile. Filippo legail cane, perché non ci dia noia, qui sì che si gioca bene a calcio. Cominciamo a tirare. - Rete - ma non capisco bene, perché non avevo tirato forte e lui invece non ha preso la palla. - Stai attento, Filippo. - Ma non mi sta a sentire. - Allora non hai più voglia di giocare? - Lui non dice niente, ma prende la palla e fa un tiro fortissimo che mi passa sotto la pancia. Quando mi alzo Io vedo ritto di fronte a me, con le dita mi fa segno che siamo uno a uno. Ride. Mi piace giocare con lui, ora è di nuovo bravo, non come prima. Voglio vincere. Prendo la rincorsa e tiro Giorgio van Straten - 47
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