Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

raccontiitaliani Giorgio van Straten Gli ultimigiorni Fra poco l'avrebbe detto a tutti. Si sentiva bene, finalmente, dopo tanti giorni, ora che quell'aria leggera e fresca, che gli alberi gli rimandavano con un soffio verso il suo viso, gli respirava dolcemente dentro i polmoni. Era caduta la pioggia tutta la notte, rumorosa, con piacere, e ora ne era rimasto l'umore allegro sulle cortecce, sui sassi, sul pelo del cane. Finita l'afa, la sera si sarebbero riviste le stelle. Antonio Castellari era ancora vivo e non sentiva più la presenza incombente, continua e soffocante della malattia, il suo passo pesante - eccola che arriva alle spalle - il suo modo cattivo di premergli sul cuore. Ora stava bene e, massiccio e corpulento, si appoggiava al balcone della sua casa, alto sopra il giardino delle sette di mattina. Settant'anni, certo, settant'anni non si dimenticano in una notte. Lo sapeva senza bisogno che glielo ricordassero tutti i momenti, ma sentiva le forze tornare a riempirgli le braccia, le gambe e la testa. Persino un po' di voglia di scendere giù nel prato a far correre il cane o i bambini o qualche donna magari, come ai bei tempi. Belli o brutti? Per lui, forse dolci solo adesso, che erano coperti di anni. Com'erano allora non lo ricordava bene. Ma tante altre immagini le aveva ancora precise dentro la testa; non era un vecchio rimbambito e ormai non era nemmeno probabile che lo sarebbe diventato. L'erba brillava delle gocce d'acqua proprio sotto il balcone. Verde trasparente con contorno di cane. Ai suoi lati le aiole, lavorate con cura, e in mezzo a esse i fiori un po' sciupati dal temporale notturno. In fondo, oltre la siepe di alloro, i campi digradavano sommessamente verso il fiume. Ancora un momento, un minuto di silenzio, prima che tutta la casa si risvegliasseper dimostrare la sua inutile sopravvivenza. Inutile e triste anche ora che era passato un anno. Rientrò in casa. La stanza, grande, non l'aveva più cambiata da dopo morta la moglie, sei anni prima. Allora aveva spostato qualche mobile per togliere l'imponente letto matrimoniale di ciliegio. Aveva voluto mettercene uno molto più piccolo, la rete e il materasso solo, e appoggiarlo alla parete più corta così da vedere fuori, sul lato opposto, attraverso l'alta finestra e il terrazzo. Sulle altre pareti aveva addossato i mobili: da una parte l'ampio armadio e la toilette, dall'altra il cassettone e la piccola libreria. Non era mai stato un grande lettore, pure aveva le sue piccole manie: Lord Jim, Hemingway, i ve<!chigialli di Agatha Christie, Moby Dick e il Canzoniere di Saba. Accanto a questi qualche altro volume ormai scordato. un'edizione Giorgio van Straten - 33

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