racconti italiani Era vero. La cretina gliene aveva ispirate di assai leggiadre. Mi guardò con approvazione. Qualcosa si sciolse in -lui: "Di te non ho mai scritto... " "Ci mancherebbe altro!" "Eppure questa via, lo scorcio di cielo, quel tetto ... " "Ah, se mi prendi così alla lontana, fa pure". Sul tetto appena menzionato apparve all'improvviso un enorme gatto rossiccio. "Santo cielo!", disse sgomento, "che cos'è mai?" "Beh, non è proprio quello che si potrebbe definire un gatto da grembo. Fa delle fuggevoli apparizioni di tanto in tanto". "Lo sai che non posso sopportare i gatti", mi disse stizzito. li gattone, tutto proteso, lo fissava in modo decisamente ostile: sembrava in procinto di prodursi in un impossibile balzo. "Basta: o via lui o via io", disse del tutto illogicamente. Non mi lasciai sfuggire l'occasione. "Scusa, ma non ho caffè in casa. Andiamo a prenderlo al bar qui sotto". A un suo sguardo interrogativo dissi: "E lì mi leggi il poema". "Ah, arnica mia!", sospirò sulla porta. "Sai cos'ha scritto Léautaud del poeta lirico?", cinguettai con la mia voce più soave, "Non avrei mai potuto essere un poeta lirico: non sono abbastanza stupido". "È dura, con te", tornò a sospirare, "è un po' troppo dura". La visita Al suono del campanello sobbalzai e mi avviai cautamente alla porta. Mi ero appena ripresa, ma non del tutto, da un attacco di tachicardia. "Caro, quanto tempo!" La banalità del1a frase lo raggelò. Mi abbracciò con distacco, in modo quasi punitivo. "Come stai?" chiese con voce spenta. "Come dice il poeta: bene quando ti vèdo", cercai di scherzare. Aveva con sè un piccolo mazzo di fiori, di gusto.squisito, che abbandonò subito tra le mie mani. Rischiai di farlo cadere per terra, data la rapidità con cui se.ne era liberato. Ora dovevo trovare un vaso in cui metterli e chissà dov'era: ormai nessuno regala più fiori . . Lo guardai furtivamente: era a dir poco di pessimo umore. Si gettò sulla mia poltrona più malandata e accese una Carnei. "Non faccio che pensare al suicidio", tagliò corto, fissando con fastidio il volto di Kafka che sogguardava doloroso dalla parete. Sapevo che qualsiasi cosa avessi detto, sarebbe stata la cosa sba30 - Grazia Cherchi
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