racconti italiani "Comunque ora devo proprio andarmene. Accompagnami giù, ti offro una coppa di champagne". Si avviò alla porta. "Ehi, un momento! E Carolina? Guarda che se la lasci qui, puoi giurare che non la trovi al tuo ritorno!" "Oh, dio, me l'ero scordata!", disse impallidendo. Mi appartai un momento. Non me la sentivo di assistere a moine, cattura e imprigionamento della bestiola. All'aperto l'afa ci investì. Si diresse meccanicamente all'auto. Champagne, addio! "Grazie della visita", dissi. Qualcuno doveva pur ringraziare. "Di niente, di niente", disse signorilmente. Scoppiai allora a ridere: del mio faticoso editing perfettamente inutile e della proterva innocenza di lui. "E se fosse un capolavoro?", mi chiese dal finestrino, anche lui improvvisamente di buon umore. L'allegria del congedo: anche questa è fatta. "Ci sbagliamo sempre sui contemporanei: smettiamo dunque di leggerli", replicai. "Ci mancherebbe altro", disse avviando il motore. "Ma dimmi almeno che sono più bravo io di ... ". Il nome si perse nel rumore. Annuii comunque vistosamente,' salutando con la mano. Tornai ad affacciarmi al balcone rinfrancata. Sentivo gradualmente affluire le forze per affrontare la giornata. Ma mi ritrassi subito. Per terra giaceva il corpicino straziato di un passero. Opera di Carolina. I suoi compagni qualche ora prima ne avevano previsto e lamentato la morte. Poesia a colazione "Sei in ritardo!", dissi con leggera irritazione. "Lo so che hai la mania della puntualità ... ". Non è una mania. Detesto chi considera il tempo degli altri spazzatura. "Almeno Sereni lo ammetteva: 'Ero come sempre in ritardo .. .'," dissi sventatamente. Si incupì subito: avvertiva come uno sgarbo che altri poeti venissero citati in sua presenza. Lo sapevo, ma non riuscivo a frenarmi. Appena lo vedevo i versi altrui mi affluivano irresistibilmente alle labbra. Cercò di dominare l'irritazione: "Ti ho portato la mia ultima poesia", disse guardandomi con l'aria del creditore. Indicò la tasca: notai un preoccupante rigonfio. "Me la leggi dopo, ora si mangia". "La gente mangia, non fa che mangiare e nel frattempo la sua vita va in rovina", mi disse con benevolo rimprovero, citando un grande. Non un poeta, beninteso. Grazia Cherchi - 27
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