raccontiitaliani Grazia Cherchi Amici Carolina e lo scrittore Mi svegliai atterrita: qualcuno stava gridando in preda alla disperazione. L'urlo del sogno venne prolungato dall'amaro, fitto lamento degli uccelli sugli alberi. Erano già le otto. Non avevo tempo da perdere; l'appuntamento era per le nove. Invano avevo protestato: di mattina sono al peggio, posso solo sbrigare faccende di ordinaria amministrazione. E invece c'era un romanzo da discutere e prevedevo un colloquio tutt'altro che facile. Fumando senza interruzione presi a dare un'ultima scorsa alle cartelle ammucchiate in pila disordinata sul divano. Ma non era il momento giusto: il mio umore depresso rischiava di peggiorare il giudizio. Mi affacciai al balcone sperando infantilmente in un contrattempo: un guasto all'auto, una leggera indisposizione, un improvviso impegno di lavoro. Macché, eccolo li, è ormai sotto casa. Ma che cosa tiene appeso in mano? Entrò ansimando: "Scusami, ma siccome da qui vado direttamente al mare ho dovuto portare con me Carolina". Aprì la cesta e Carolina schizzò fuori inviperita. Ci mancava anche il gatto. "Spero che tu abbia buone notizie da darmi. Sono molto abbattuto". "Un tempo come prima cosa usava chiedere: come stai?" "Ma lo vedo che stai benone, beata te. Quantunque ... cos'hai fatto ai capelli?" Lui almeno di qualcosa s'era accorto. li giorno prima mi ero quasi rapata a zero e i due amici con cui avevo cenato non avevano notato nulla. Ci vuol altro per distrarli da se stessi. "Che te ne pare?" "Non male, anche se, lo sai, ho un debole per i capelli lunghi". "Come quasi tutti gli uomini". L'osservazione non gli piacque. È raro che accettino di rientrare nella media. "Su, mettiamoci al lavoro. Prima però togli il gatto dal romanzo". Carolina vi si era accoccolata sopra e le sue unghie lo arpionavano 24 - Grazia Cherchi
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==