Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

raccontiitaliani cui iniziare la giornata. Cosa può volere di meglio un distinto signore di quasi settant'anni? Il fatto che questa geisha fosse tale in tutto tranne che nel letto aumentava ai suoi occhi il mio valore: una ragazza seria, perdio! Marchese era un padrone anche e soprattutto nella mentalità, genere vecchio gentiluomo liberale un po' cinico, e mi illustrava la sua visione del mondo in un grandioso affresco a puntate bisettimanali. Io non gli rispondevo mai. Del resto lui non era interessato alle mie opinioni quanto lo era alle sue; le poche volte che me le chiedeva mi limitavo a dirgli che non ero d'accordo senza spiegargliene il motivo. Si riteneva soddisfatto e procedeva oltre. Un mattino trovai una rivista per soli uomini nel letto che dovevo rifare. Lui era già uscito. Fino alla visita successiva dibattei dentro di me se dovessi chiedergli di non farmele più trovare, portandosele via quando usciva, o assumere un atteggiamento più sfumato, oppure ancora far sparire la rivista, distruggerla, perché lui capisse l'antifona. Gli equilibri nel rapporto di forza tra di noi erano arrivati a un punto tale che sapevo non me ne avrebbe mai chiesto la sorte. Per pigrizia non feci nulla di tutto questo, e qualche settimana dopo ne trovai un'altra. Erano riviste inglesi - Marchese faceva frequenti viaggi a Londra - piuttosto diverse da quelle italiane che ho avuto occasione di vedere. Bella carta patinata, buona grafica, foto tecnicamente perfette di ragazze nude ma sole, ogni foto una ragazza e null'altro, piume di struzzo e stanze liberty o collane di turchesi su strepitose abbronzature in spiagge greche, ma nient'altro. Nè uomini nè animali nè aggeggi strani nè due ragazze nella stessa foto. Le ragazze tutte molto belle e levigate, pagate abbastanza anche così senza che dovessero posare per servizi più hard. Chi erano quelle ragazze? Cosa facevano nella vita di tutti i giorni? Quanto le pagavano? Avrei potuto incontrarle in un supermarket a Londra? E mentre li scarafaggi da innocua mattanza senza pensiero divenivano per me un irrisolto problema morale e un'allucinazione di giustizia, l'urgenza della scelta che mi aveva assalita dopo il rinvenimento della prima rivista si rilassò fino a che quelle riviste divennero innocue e prive di senso. A volte le leggevo, come leggevo tutto ciò che di leggibile c'era in casa, facendo grandi progressi sulla nomenclatura umana vernacolare inglese. Delle mie mattine di lavoro, un'altra emerge dalla memoria, la mattina che, proprio come accade nei film, la donna delle pulizie arriva nell'alloggio e trova il cadavere. Era autunno o primavera? Non ricordo. Giornate ancora (o già) molto fredde, comunque. Buio. Salgo le scale. Avevo le chiavi ma mi servivano solo per chiudere quando uscivo, perché Marchese si alzava alle sei, apriva la porta e la lasciava accostata. Stupore quindi nel trovarla chiusa. Quando non aveva motivo o occasione di venire in città, Benedetta Arola - 19

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