narrativae poesia Non è lontano il momento che io dovrò per naturaleprocessomorire; e debbo prevedereche i miei amicipiù cari vi cercherannoun tornacontoloro; anchese non è facile capire che cosa ci potranno guadagnare. Però mi sembra quasi di sentirliparlare cosi:·"Hai visto, il Decano, che crollo! Pover'uomo, deperiscea vistad'occhio. Gli si vede dipinto sullafaccia. Nella sua testa, la vecchiavertigine gli resteràfinché non saràmorto. E poi, la sua memoriapeggiora; non si ricordapiù quello che dice; perde perfino il conto dei suoi amici; dimenticail posto dove ha appenacenato; coi suoi racconti è semprepiù assillante; li ha raccontatigià cinquantavolte. Non penseràche stiamo lì seduti a sentirela sua arguziafuori moda. Ma si mette coi giovani, dispostia subire le suefacezie per amore del suo vino. Deveproprio abbreviarele sue storie, o cambiarecompagniogni quarto d'ora; in metà del tempo che lui perde in preliminari, bisognerebbeavergiàpronti i sostituti. In poesia il suo momento di grazia è passato; ci mette un'ora a trovareuna rima; il suo fuoco è spento, lo spiritoappassito, lafantasia perduta, laMusa una donnetta. Vorreiconvincer/oa gettarelapenna... ma con certagente non si può ragionare. " Il loro affetto, poi, si vede in questo, che mi aumentanogli anni con prodigalità: "È più vecchiodi quanto vorrebbefar credere, si ricordadi CarloSecondo, perfino. Non riescepiù a bere una pinta di vino; e questo, ho paura, non è un segno buono. Anche lo stomaco incominciaa tradirlo; l'anno scorsoci sembravaarzilloe forte, ma adesso è tutta un'altracosa;spero che riescaad arrivarea primavera. " Si compiaccionopoi con se stessi, osservando: "Noi non siamo ancoracosì malmessi. " Data la situazione,parlanoper metafore, 170 - Jonathan Swift
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