Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

narrativa e cinema Lo zingaro interrompe: ZINGARO: Tirali fuori! Guarda che altrimenti ti dò una coltellata. Burro va con la mano in tasca e tira fuori la banconota da diecimila lire, la consegna all'uomo, il quale gli di'ce: ZINGARO: E adesso fammi pisciare. BURRO: Ahò, ma per chi mi hai preso! ZINGARO: Così impari a dar fastidio alle donne degli altri. Sei venuto per fottere e sei fottuto. Mostra le mani coperte da dei guanti neri. ZINGARO: Faccio fatica a sbottonarmi con i guanti. Burro tenta una prova di forza e gli grida: BURRO: E levati i guanti, che cazzo vuoi da me! Fa per andarsene, ma lo zingaro lo blocca, stringendogli la giacca intorno al collo. ZINGARO: Non alzare la voce per due ragioni: la prima perché qui nessuno ti sente; la seconda: mi sono messo i guanti perché ti strozzo, così non lascio i segni. BURRO: Ma guarda là che cosa mi capita di fare! Abbassa la mano destra, che entra nella zona nebbiosa dei due corpi. Lo zingaro guarda con autorità davanti a sè. Dopo un po' si sente il rumore dell'orina che esce abbondantemente e cade a terra, a lungo. Burro, che è piegato, si volta in su per chiedergli: BURRO: Fatto? ZINGARO: Sì. Abbottona. Poi vattene e non farti mai più vedere da queste parti. Burro esegue con disgusto, si rialza, si allontana nella nebbia. Anche lo zingaro si muove. I due scompaiono uno di qua, l'altro di là, nella nebbia. STRADE E PIAZZE DEL PAESE Esterno Sera Burro sta entrando in paese. È sempre più pieno di nebbia. Ha il viso teso, sconvolto per tutto quello che è successo. Il paese è deserto. Qualche voce ovattata. Qualche faro di macchina. Burro traversa piano piano la piazza. Si ferma. Sente come dei passi. Uno scalpiccio che lo segue. Riprende a camminare. E pure è tutto teso con le orecchie ad ascoltare che cosa succede alle sue spalle. Si riferma. Ora intravvede un'ombra bassa: è un cane, un cane grosso. E allora subito gli vengono in mente le parole della zingara, e cioè che avrebbe incontrato suo padre morto sotto forma di cane. Riprende a camminare, pieno di paura. Si infila sotto i portici. Cammina spedito lungo i muri. Adesso, girandosi, i suoi occhi fissano i riverberi di alcune botteghe che rischiarano il porticato. Eccolo, il cane. È in piena luce. E avanza guardandolo. Burro si gira, e terrorizzato sale lungo il portico, e imbocca il vicolo della sua strada. Arriva alla porta della sua casa quasi correndo, e cerca con affanno le chiavi che non riesce a trovare. Sente che il cane avanza. Finalmente ha trovato le chiavi. Infila quella giusta nella porta, si gira per un'ultima occhiata prima di scomparire all'interno, ma vede che il cane è a un passo da lui, è pro166 - Tonino Guerra

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