discussione condizioni-base per una libera individualità, la proprietà universalmente distribuita e l'autonomia del lavoro, dove andava a. finire "l'uomo americano"? Doveva sparire anche lui, come gli operai inglesi, nell'anonimato del proletariato? B. Storie sentite cento volte. La sto a sentire soprattutto per capire come farà a collegare questa tirata ideologica con il nostro tema, con la cultura "pop" ... A. Erano proprio quelle masse che stavano subendo il destino di sparire nell'anonimato, di perdere ogni identità, a rivolgersi ai musei e ai circhi di Barnum, agli spettacoli di Buffalo Bill, ai romanzi di Horatio Alger, alla cronaca nera dei giornali di Pulitzer. Cercavano una fuga, un'evasione? Certo. Cercavano regole di comportamento per potersi meglio adattare alle proprie condizioni di vita? Perché no? Ma cercavano anche, e forse soprattutto, dell'altro. Droghe, regole di comportamento, ne sono sempre state prodotte: ogni società ha le sue. Ma una novità unica come la cultura "pop" non viene inventata, e così repentinamente, se non risponde a un bisogno profondo, e nuovo. Quella gente cercava un contatto coi propri simili, un contatto che appariva sempre più difficile. E cercava soprattutto un'identità. Senza di noi, dove avrebbero trovato dei modelli, dei mezzi, per forgiare la propria coscienza di individui? Se la realtà del loro lavoro sembrava negare la possibilità stessa di restare degli individui, quella possibilità la si poteva trovare altrove, nel mondo fantastico. Non è stato uno studioso francese, Edgar Morin, a dire che l'industria culturale moderna è il frutto di una grande tendenza storica, l'accesso delle masse di tutto il mondo alla condizione e alla coscienza di individui? B. Ricominciamo con leprediche. Mi permetta di fermarla un attimo, in questo panegirico. Accesso delle masse all'individualità? Ma quello che abbiamo visto è esattamente il contrario: il Iota/e appiattimento, lo sradicamento di intere culture, la creazione di un conformismo chef orse 152 - Peppino Ortoleva non ha precedenti nel mondo! Non vedo questo gran rispetto per l'individualità, nella vostra cultura "pop". Ci vedo tutt'al più una specie di grande magazzino delle identità e dei modelli di personalità: ciascuno è libero di prendere la sua, ma per essere sempre più prigioniero di un ruolo, non per realizzare se stesso... A. Come se fosse possibile avere l'uno senza l'altro ... Ma andiamo troppo lontano. Continui ... B. Certo, non per realizzare se stesso!: l'emigrato italiano degli anni '20, che abbandonava tradizioni culturali ricchissime e secolariper prendere a modello Rodolfo Valentino... A. Ma l'alternativa al sognare di essere Rodolfo Valentino non erano le tradizioni contadine, che in parte restavano, nel sottofondo, ma nel complesso erano comunque sradicate. li dilemma in realtà era tra sognare di diventare Rodolfo Valentino e accettare di essere nessuno. B. Ecco le grandi opportunità dell'America. A. Mi dica piuttosto: non è significativo che, praticamente appena sbarcati sul suolo americano, si trovassero proposto a modello non un americano con occhi azzurri e capelli biondi, ma uno di loro, emigrato come loro, scuro come loro? B. Che cosa vuol dire? Si sa che le prime vie aperte, in America, per i gruppi più marginali, sono lo spettacolo e il gangsterismo... A. E non le pare importante? Forse vuol dire che lo spettacolo è il più democratico dei business ... B. ... oforse che tutti gli altri business usano lo spettacolo per integrare rapidamente i nuovi arrivati. A. .. .i quali è proprio a farsi integrare rapidamente che aspirano con tutte le loro forze. B. Può anche darsi; sta di fatto che lastoria della cultura di massa americana è la storia di una continua integrazione (aprofitto dell'industria culturale) della creativi-
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