traddizione con la sua fede religiosa: il suo errore sta nel trattarlo, nel trattare Bluntline e gli autori di romanzi per l'adolescenza, come degli ipocriti. In realtà credevano, davvero, in quasi tutto quello che facevano. Profitto, tecnica, fede religiosa, erano per loro indissolubilmente associati. È uno strano paese, il nostro: ancor oggi il più religioso, e insieme il più commerciale dell'intero occidente: tecnica, profitto, e fede in tutta la nostra società. E guai se sparisse uno solo di questi tre elementi ... Perché, guardi, se Barnum non fosse stato almeno altrettanto credente di coloro che lo attaccavano dal pulpito, non sarebbe mai arrivato a crearsi un seguito di pubblico così ampio ... B. Vediamo se ho capito bene. Lei sostiene che nella cultura americana sarebbe stata all'opera una strana dialettica. L 'eticaprotestante portava, oltre che all'affermarsi del capitalismo, anche all'ideologia del successo individuale, e quindi ad una visione del mondo aggressivamente individualistica, e moralistica. D'altra parte, però quella stessa etica protestante manten;va un collegamento con lafede nell'al di là e con la spiritualità. Per cui, proprio mentre la tecnica sembra trionfare su tutto, il senso del meraviglioso, se non del sa: ero, si crea un suo proprio spazio... E questo che vuol dire? A. Non potrei mai voler dire una cosa del genere. Questa ... dialettica, questa mania di voi intellettuali europei di rovesciare ogni cosa nel suo contrario, è un gioco che noi non giochiamo. lo la metterei così: Barnum, Buffalo Bill, Pulitzer cominciavano a lavorare in un'America che stava diventando sempre più materialistica e commerciale; molti predicatori temevano che la nascita della cultura di massa avrebbe ulteriormente aggravato questa tendenza, aperto nuovi abissi di materialis~o ~ di miseria spirituale. Ma era proprio 11 contrario: era proprio la cultura di massa che permettevaa milioni di persone di sentirsi meno in preda della tecnica e della burocratizzazione, meno prigioniere della pura materialità dell'esistenza. L'America discussione stava diventando una grande fabbrica: era nel circo, nel western, nei romanzi, ed anche nei rozzi drammi morali delle pagine della cronaca nera, che molti trovavano pane per lo spirito. E dove, se no? B. Pane per lo spirito! Certo, voi americani cadete nel gusto della predica evangelica nei momenti più inaspettati. Ma quel "pane per lo spirito" non serviva poi a indorare la pillola della vita di fabbrica? Mentre dentro lo stabilimento i macchinari della produzione dominavano la vita dell'operaio, all'uscita questi trovava, a consolarlo e rassicurarlo, altre macchine, le "macchine dell'emozione" con la loro fuga fantastica. All'uscita della fabbrica vai al vaudeville, diceva già allora la pubblicità; e poi, vai al cinema; e ora, vai a sederti a casa tua, davanti al televisore. Quel "pane per lo spirito" era unafantasia predigerita e vicaria, del tutto incapace di cambiare il mondo ... A. Ma il mondo stava cambiando, signore mio, e fin troppo in fretta. Ma senta, fermiamoci un momento su questa questione, della fabbrica e dei lavoratori. Voi europei dimenticate troppo spesso che l'America ha sempre aspirato ad un destino diverso, se non opposto, al vostro. Noi siamo nati come una società di individui liberi... B. Tranne gli schiavi. A. (sospirando) ... li nostro peccato originale. Una società di individui liberi, tranne gli schiavi, continuamente minacciata, prima dall'industrializzazione, poi dalla concentrazione della proprietà in poche mani, poi dalla crescita delle grandi città. In pochi decenni, i piccoli agricoltori indipendenti, capaci di vivere sulla propria terra, del proprio lavoro, che erano il nerbo del nostro modello di società, sono scomparsi. Problema: si poteva restare un paese di uomini liberi e fieri della propria indipendenza, in queste condizioni? B. Ideologia, pura ideologia! A. Certo. Solo che questa ideologia è, o almeno era, l'America. Se sparivano quelle che avevamo sempre ritenute le Peppino Ortoleva - 151
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