avere ogni anno più visitatori, nel suo museo, di quanti ne contasse il British Museum. B. (come fra sè) Bel risultato. A. La nostra cultura di massa ha sempre battuto i tamburi e suonato le trombe, ha sempre richiamato il suo pubblico a gran voce. Che c'è di male in questo? Intanto, spesso occorre del genio, comunque, per attrarre l'attenzione ... B. Spesso, però, le aspettative sono state create con i falsi più volgari, e con gli stessi mezzi si è provveduto a contentare un pubblico di contentatura, evidentemente, non moltoliiflicile. Buffalo Bill, l'eroe del West, è statoyi_na volgare contraffazione. E forse tulio ti mito del West lo è. A. Ma una contraffazione geniale, se è vero che ha funzionato per più di un secolo. E Buffalo Bill, come cow-boy forse non era nè peggiore nè migliore di tanti altri, come attore sarà pure stato un cane: ma sapeva mandare avanti uno show, caro Signore! B. Comunque, quando parlo dellapubblicità, voglio dire soprattutto un 'altra cosa. Si può dire che in molti casi, i suoi eroi, i Pulitzer, i Barnum, e così via, truffavano il pubblico due volte. Nella stessa pagina in cui veniva menato per il naso con falsificazioni volgari, come lepresunte atrocità commesse dagli spagnoli a Cuba, e sbandierate da Hearst per precipitare la guerra tra Stati Uniti e Spagna, ilpubblico trovava decine di annunci ed avvisi che lo inducevano ad acquisti. Il corpo di Jumbo, l'e/efante di Barnum, era regolarmente coperto (povera bestia!) di manifesti pubblicitari. Gli impresari sfruttavano l'ascendente conquistato sul pubblico, due volte: per indurlo a sborsare sempre nuove somme per spettacoli e giornali; e per venderlo, quello stesso pubblico, a ditte in cerca di pubblicità. Lo racconta il vostro stesso museo. A vele inaugurato, allora, un sistema che dura tuttora: il pubblico paga per essere oggetto di un bombardamento di messaggi il cui fine è convincer/o a tirar fuori dell'altro denaro, per acquistare dei discussione prodotti, dei quali probabilmente ... A. (annoiato, quasi recitando una lezione) . ..potrebbe fare benissimo a meno. (amichevole) Sono critiche che ascoltiamo da sempre, e contro cui non ho gran che da dire. Il fatto è, signore, che la cultura di massa e la pubblicità sono due gemelli siamesi: non si dà l'una senza l'altra. Chi odia e combatte la pubblicità, può amare la cultura di massa? Non c'è un'incoerenza profonda in tanti intellettuali europei che svengono per Hitchcock ma sono pronti ai più sofisticati moralismi in materia di pubblicità? B. (battagliero) E lei ama lapubblicità, allora? Aspetti: scommetto che mi dirà che è un male necessario. A. lo ci vivo immerso dentro, nella pubblicità, è parte della mia vita. Vede, rovesciare il mondo non è il mio mestiere... caso mai, renderlo più gradevole, più piacevole per il nostro breve soggiorno ... Ma senta, non vorrei offenderla, ma queste sue critiche hanno alcuni precedenti, come dire, piuttosto antipatici. Lo sa, lei, che la storia americana è piena di predicatori e moralisti che tuonavano, e tuonano, contro ogni forma di svago? La storia della cultura protestante è piena di anatemi contro il teatro, accusato di sviare il popolo dalla devozione, di raccontare menzogne... Fortuna che anche P.T. Barnum era capace delle sue prediche, magari altrettanto solenni, ma più divertenti e efficaci: per cui tra il circo e il pulpito, magari con sensi di colpa, la gente sceglievaquasi sempre il circo. Non le pare di mettersi anche lei un po' sul pulpito? B. (conciliante) Non mi attribuisca un atteggiamento che non è il mio. So bene, l'ha scritto se non sbaglio un poeta inglese, che la parola "evasione" dovrebbe risultare spaventosa solo per i carcerieri. Quel che non capisco è perché l'evasione da un mondo banale e monotono debba essere costituita da una produzione cultura/e ancor più banale e opprimente. Comunque non faccia, anche lei, laparte della vittima. La cultura "pop" ha i suoi illuPeppino Ortoleva - 149
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