Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

discussione Peppino Ortoleva Circoa due piste Dialogo sulla cultura di massa, e sull'America A. (con lievissimo tono da imbonitore) Sono lieto, egregio signore, di averla ospitata nel mio museo, tra ricordi e documenti della cultura "pop", come si dice oggi. Hanno voluto intitolarlo "La nascita della cultura di massa in America", io l'avrei chiamato semplicemente "Museo Americano". Qui ha potuto vedere il lavoro e le invenzioni del nostro indimenticabile maestro, P.T. Barnum, padre del circo a tre piste, genio dell'amabile truffa e ha potuto seguire le imprese dei padri del quarto potere e del moderno giornalismo, che hanno saputo portare ai giornali e all'informazione milioni di persone che non avevano mai sfogliato un quotidiano ... B.. .. dando però, a queste persone, non injormazioni, ma scandali, una "cronaca nera" che era in realtà una sequela di particolari morbosi o piccanti, una "cronaca rosa" fatta di infimi pettegolezzi! A .... dando, signore, ad un tumulto altrimenti incomprensibile di eventi una forma comprensibile ed interessante, quella di una serie di storie di amore e di morte. Con questo, i padri del giornalismo moderno hanno consentito di sentirsi parte della società americana a milioni di persone che ne sarebbero state, altrimenti, escluse. Ma vedo bene che molte cose, del I48 - Peppino Ortoleva mio museo, della mia cultura "pop", forse del mio paese stesso, non la convincono; e che ha parecchie critiche da fare. B. Prima di tutto, questo museo è incompleto. Non vi ho trovato tracciadeifumetti, chefurono il primo strumento di incontro con la società americana, nel bene e nel male, per milioni di ragazzini, ed anche per milioni di emigranti che, non sapendo l'inglese, non sapendo nemmeno leggeree scrivere nellapropria lingua, potevano solo "leggere" le figure. Non ho trovato la storia delle canzonette. Soprattutto, non ho trovato la pubblicità ... A. (spiegando paziente) Nessun museo rispettabile, signore, può essere "completo" senza correre il rischio di perdere proprio il suo patrimonio più prezioso, l'interesse del pubblico. (passando di nuovo, gradualmente, ad un tono da imbonitore lievissimo) Comunque, sull'importanza della pubblicità le dò ragione. La pubblicità è stata l'anima della cultura di massa, da noi, e fin dalle origini. Fin dalle grandi trovate sulla "sirena delle isole Figi", per giungere alla geniale idea di Orson Welles del celebre "sbarco marziano" e, ai giorni nostri, al lancio martellante di Radici o di Dallas. Senza l'invenzione di grandi trovate pubblicitarie, il nostro maestro, P.T. Barnum, non avrebbe potuto vantarsi di

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==