bottega di servizio dove si è fermato anche il camion, sono andato al bar a prendere un caffè e c'erano anche i due camionisti: non si sono scambiati nemmeno una parola, sembrava che non avessero nulla in comune, sembrava addirittura che non si conoscessero. Non li ho più visti, ma penso che proprio li sia iniziata una storia. A quel tempo anch'io mi ero trovato a viaggiare per tutta la Germania col mio film precedente, e nel corso del viaggio mi si era presentata la situazione economica delle sale cinematografiche di provincia: ero molto attratto dall'aspetto fisico degli interni dei cinema, in particolare dalle cabine di proiezione e dai proiettori, e allora ho guardato attentamente una carta geografica della Germania e mi sono accorto dell'esistenza di un itinerario, attraverso tutto il paese, che non conoscevo affatto: andava lungo il confine fra la Germania Est e Ovest, e all'improvviso mi sono reso conto di avere tutto ciò di cui avevo bisogno per cominciare un film: la storia di due uomini che non si conoscevano. Mi interessava ciò che poteva accadere loro e fra loro. Uno di loro aveva una professione che aveva a che fare con le sale cinematografiche e conoscevo il loro percorso lungo il confine. A quel punto abbiamo cominciato il film, a partire da tre pagine che descrivevano il loro primo incontro. È evidente che questa non è ancora una storia e che tutti i film sul lato A sono iniziati come una successione di situazioni che, sperabilmente, si sarebbero trasformate in una storia. li modo per far sì che questa trasformazione avvenisse era di seguire un certo metodo che io chiamo daydreaming (sognare a occhi aperti). Desidero spiegare questo termine. Le storie includono necessariamente il controllo, nel senso che conoscono il loro cammino: sanno dove andare e hanno un inizio e una fine. Credo che la definizione più semplice di storia sia questa: ha un inizio e una fine e una struttura drammatica che conduce dall'inizio alla fine. li sogno a occhi aperti non funziona con questa nozione di controllo, al contrario funziona solo perché non c'è alcun controllo; è presente piuttosto una sorta di guida subconscia che vuole soltanto andare avanti e in qualche luogo; ogni sogno vuole andare da qualche parte, ma non si sa dove; qualcosa nel subconscio sa dove, ma si può scoprire solo se si lascia che tutto fluisca, ed è appunto questo che io ho cercato di fare. C'è una parola inglese che definisce molto bene tutto questo: drifting (lasciarsi trasportare, andare alla deriva). Non è la via più breve fra due punti, è uno zig-zag. Un termine ancora migliore è "meandro" perché implica giri e deviazioni; credo che se avevo una qualche storia da raccontare in questi dieci film, essa è emersa da questo movimento alla deriva, da questo viaggiare senza conoscere lo scopo, la fine. Vorrei chiarire adesso il rapporto esistente fra la storia e il viaggiare. Un viaggio è un'avventura che ha luogo nello spazio e nel tempo. Queste tre parole sono importanti nella stessa misura: avventura, spa144 - Wim Wenders
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