bottega sapevo di esso, fosse vero o no. Tutti i film sul lato A erano realizz.atia partire dall'interno verso l'esterno, con un processo opposto a quelli sul lato B. Per i film sul lato A il lavoro consisteva nel trov·are una storia, mentre per quelli sul lato B si trattava di dimenticare la storia. Il fatto che la sequenza cronofogica dei film conduca continuamente da destra a sinistra e viceversa, con la sola eccezione dell'errore che ho fatto, mostra come ogni film sia una reazione al precedente, e proprio in questo sta la descrizione del mio dilemma. Ho realizz.atotutti i film del lato A perché il film precedente aveva troppe regole, non era abbastanza spontaneo e io avevo perso l'interesse per i miei personaggi; inoltre sentivo ogni volta che dovevo espormi insieme alla troupe e agli attori, dovevamo esporci tutti a una situazione nuova, e la parola esporsi è importante. Tutti i film sul lato B erano una reazione al film precedente del lato A; sono stati realizz.atiperché non sopportavo più che ci fosse troppo di me nel film precedente e perché avevo bisogno di lavorare all'interno di una struttura chiusa, con la cornice di una storia. Gli attori, in tutti i film sul lato B, recitavano dei ruoli, personaggi, personaggi artificiali "altri" da se stessi; in tutti i film sul lato A, interpretavano se stessi, o meglio: erano se stessi. Pertanto in tutti questi film (Alicenelle città,Nel corsodel tempo, Lo stato dellecose...) il mio interesse e il lavoro consistevano nell'incorporare quante più cose trovate possibile: cose trovate, esistenti. In tutti i film sul lato B il lavoro verteva nell'inventare cose. Diventava sempre più chiaro .cheun lato si potrebbe chiamare "tu soggettivo" e l'altro "ricerca dell'oggettività". Naturalmente non è così semplice. Naturalmente in ogni fùm del lato A facevo tentativi disperati di approdare sull'altro lato, mentre in tutti i film del lato B cercavo disperatamente di arrivare al lato opposto. In termini di narrare, nel primo caso tutte le storie venivano trovate durante le riprese, nell'altro, le storie esistevano prima delle riprese. Il mio dilemma dunque è che sembro incapace di credere alle storie, ma nel contempo non so vivere senza. Per parlare più concretamente: ritengo che nel contesto di questo evento, il cui titolo è Le pratichedel narrare, dovreste essere maggiormente interessati al lato A, perché in un certo senso il lato B è la narrazione che vi potete aspettare, sebbene sia importante perché significa la sicurezza. Penso quindi di dovervi parlare soprattutto di come i film sul lato A sono iniziati e di quale significato vi avesse il narrare. La cosa migliore è che vi delinei brevemente di cosa trattava ciascuno di essi. Il primo si chiamava Summer in the City; ha inizio con un uomo che è stato in prigione due anni e la prima inquadratura è appunto l'uomo che esce di prigione e improvvisamente si trova a dover affrontare la vita; di questo tratta il fùm. L'uomo cerca di ricominciare a vivere, incontrare i vecchi amici e ristabilire i vecchi rapporti, ma si rende 142 - Wim Wenders
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