Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

bottega trovare in un'immagine. La manipolazione necessaria a costringere queste immagini all'interno di una storia è qualcosa che non amo; essa è molto pericolosa per le immagini, in quanto ha la tendenza a risucchiarne la vita. Per me, nel rapporto fra immagine e storia, la storia è come un vampiro che cerca di succhiare il sangue all'immagine. Le immagini sono molto sensibili, sono un po' come le lumache che, quando si toccano loro le corna, si ritirano, perché fondamentalmente non vogliono funzionare come cavalli, non vogliono portare o trasportare niente, nessun messaggio, nessun significato, nessun fine, nessuna morale. Mentre è evidente che le storie è questo che vogliono. Tutto quel che ho detto finora sembra essere in opposizione alle storie, come se esse fossero il nemico, ma è chiaro che c'è qualcosa di molto eccitante nelle storie; hanno molta forza, e un grande significato per la gente. Sembra che diano alle persone qualcosa che desiderano grandemente, ben più del semplice umorismo, o della suspense, o del divertimento. Penso che ciò a cui la gente aspira realmente è il contesto. E narrare vuol dire - qualsiasi cosa si narri, non fa differenza - creare "un contesto". Le storie danno alla gente la sensazione che esista un senso e un ordine dietro l'incredibile confusione di tutti i fenomeni che ci circondano. La gente sembra desiderare quest'ordine più di qualunque altra cosa, e mi spingerei fino a dire che la nozione di ordine, o la nozione di storia, in questo senso di ordine e contesto, per la gente è sempre un succedaneo di Dio. So di spingermi molto avanti. Personalmente, e per questo motivo ho problemi con le storie, credo piuttosto nel caos, credo davvero nell'inesplicabile complessità di tutti gli eventi intorno a me. Fondamentalmente penso che le situazioni non siano collegate, e nella mia vita sperimento sempre e solo situazioni: non mi è mai accaduta una storia; mi dispiace, è un peccato, ma non ho mai sperimentato una storia in tutta la mia vita. In realtà credo che le storie siano menzogne; ma - MA in lettere maiuscole - ma le storie sono molto molto molto utili in quanto forma di sopravvivenza. Le storie sono una struttura artificiale che aiuta gli uomini a vincere le loro maggiori paure: la paura che non ci sia Dio e che essi non siano nient'altro che minuscoli elementi fluttuanti dotati di percezione, perduti in un universo che trascende ogni loro immaginazione. Le storie, creando contesti, rendono la vita sopportabile e sono di aiuto contro questa paura. Per questo motivo i bambini vogliono ascoltare delle storie prima di addormentarsi. Per questo motivo la Bibbia è solo un libro di storie, ed è ancora per questo motivo che le storie devono avere un lieto fine. Devo ammettere che anche nei miei film le storie creano un ordine per tutte le mie immagini. Senza le storie le immagini che mi interessano rischiano di perdersi o di diventare totalmente arbitrarie. Le storie nei film sono come itinerari. Cercherò di spiegarmi con maggior chiarezza. La cosa che trovo tra tutte più eccitante è, per me, guardare le carte geografiche; divento incredibilmente nervoso quando vedo una 140 - Wim Wenders

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