Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

bottega Dashiell Hammett Il "tempo"nel romanzo contemporaneo Il bisogno di "tempo" nel romanzo contemporaneo è profondamente vero. ma si sono dette e scritte in proposito molte sciocchezze. Una delle ragioni più spesso invocate è che siccome la vita ha un ritmo molto più rapido di una volta, lo scrittore deve cercare di adattarvisi. Sotto certi aspetti noi viviamo più velocemente, eppure avremmo bisogno, per morire di fame, di altrettanto tempo che i nostri antenati; Shakespeare riteneva l'amore altrettanto effimero di Edna SaintVincent Milley oggi; una giornata in prigione non è affatto più corta di quanto fosse una volta, e un soldato greco che scannava i persiani con il pugnale, alle Termopili, doveva muoversi altrettanto velocemente di un cinese col fucile mitragliatore, oggi a Tacheng. C'è l'automobile, certo, ma non riesco a trovare nessun collegamento tra la sua esistenza e i problemi dello scrittore moderno. La questione non è di sapere quanti avvenimenti sia possibile provocare in un breve lasso di tempo. La pausa, per esempio, non è certamente contraria al "tempo", e tuttavia, finché essa dura, non succede niente. Molto è stato detto, e resta ancora da dire, sull'influenza reale e probabile del cinema sulla letteratura contemporanea. Si è detto innanzitutto che il cinema ha abituato migliaia di eventuali lettori a esigere per il loro divertimento un movimento rapido, la varietà, un costante cambiamento di ritmo e che, di conseguenza, il romanziere che spera di vendere i suoi libri ad alcune di queste migliaia di persone dovrebbe studiare a fondo la tecnica cinematografica. Non discuto il primo argomento, ma il secondo è stato così esagerato che ha fatto, temo, molti danni. li romanzo e il film sono due mezzi d'espressione differenti; inutile 134 - Dashie/1 Hammett

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