Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

narrativae musica Beethoven, lo sentivo in bocca: per esempio, il chiarodi luna: proprio in bocca con la saliva. Aveva un sapore amaro. "Un'ombra morta liquida. "stupefacente forma un fiato di velluto. "la sonata Mondschein. Certo aveva ben altro sapore di adesso. - Mi capite? con l'acquolina ... Quello si che era un Beethoven al dente. La vista si regge sui denti, quando se ne vanno i denti, allora se ne va anche la vista, e poi, chi lo sa: l'udito, l'odorato, il gusto ancora se ne andranno frettolosamente anche loro, senza l'appoggio dei denti; sono subordinati alle due Regali Corone, piantate sopra e sotto le rispettive potenti ganasce, e al palato, chiave di volta. Li sta la chiostra dei denti. In quanto al resto rimasto vivo, è tutto nella carne, nell'ossa e nella pelle che alla mia età gridano, dannate, di voler vivere. Il cranio è come un cofano radiofonico. Pensate: il groviglio di nervi trasmittenti, e di vene sanguigne, il padiglione auricolare vicino alle fosse nasali, e ancora i denti, il palato - qual circolo sensorio - il grugno, la gola, le cartilagini, cavità da conservatorio, le corde vocali e la nuca piena di responsabilità. La posizione fra gli occhi del naso stesso, la sua gobba, e i peli negli orecchi. Questa è la lista di un incomparabile istrumento. Per me, senza denti, l'istrumento incomparabile è bell'e sfondato, intanto, e impantanato. Quando li avevo tutti i miei trentadue denti, mi bastava un solo stuzzicadenti. Adesso che ho un dente solo mi ci vogliono trentadue stuzzicadenti. A vent'anni, a Parma - ero la freccia del marciapiede - passavo volando davanti a una vetrina che mi rifletteva: una sbirciata e mi salutavo contento "addio grandissimo e foltissimo... ". Si, foltissimo... infatti quarant'anni fa avevo tutti i denti, e una foresta calda di capelli - dove l'inverno, tutti i parmigiani ci si potevano scaldar le mani. E ieri finalmente questo dente m'è rotolato in gola - ora mi tocca masticare, masticare cosa, bestemmie? Che altro avrei da masticare, dopo aver deglutito l'ultimo dente? Quando la bocca è sguarnita e guercia come la mia, non si tratta più di morsi, ma di rimorsi. Odio me stesso, non posso più vedere la faccia della Mia faccia: io, maledetto che sono. 132 - Bruno Bari/li

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