raccontistranieri noscere l'uomo che l'aveva costruita. Dappertutto mi sentivo rifiutato. Andavo in chiesa più spesso che potevo, ma perfino li mi sentivo rifiutato. E man mano che il momento si avvicinava, l'enormità di quello che mi proponevo di fare mi si palesava con sempre maggiore chiarezza. Era inutile dire a me stesso che quello che mi proponevo di fare era stato fatto tante volte. I canti di Natale, i servizi religiosi, i discorsi di nascita e vita, tutto questo mi disarmava. Camminavo in mezzo ai fanciulli come chi aveva il potere di concedere o negare loro la benedizione, e pensavo a quel!' Altro che aveva camminato in mezzo a loro, che aveva detto di coloro in mezzo ai quali ora io camminavo che erano benedetti, e che loro era il regno dei cieli. E mentre camminavo mi sembrava di aver finalmente afferrato la vera essenza della religione che avevo adottato, e il cui successo mondano avevo favorito con tanta enegia. Cominciai dunque a pensare che le prove che stavo attraversando erano state riservate al tramonto della mia vita dimodoché solo allora potessi assaporare l'estasi della quale fino a quel momento avevo soltanto sentito parlare. In preda a questa estasi camminavo. Era la vigilia di Natale. La mia testa sembrava distaccata dal corpo. Avevo difficoltà nel calcolare le dimensioni e la distanza degli oggetti. Mi sentivo alto. Mi sentivo parte della terra eppure distaccato. E: "No!" dissi a mia moglie, all'ora del tè. "No, non mi abbasserò a quest'azione vile. Piuttosto, proclamerò al mondo il mio fallimento e subirò la giusta punizione." Lei si comportò come mi ero aspettato. Si era data un gran daffare a metter su decorazioni natalizie, quelle decorazioni costose importate dagli Stati Uniti che vanno di gran moda adesso, così diverse da quelle, semplicissime, che vedevo una volta, prima della guerra, nelle case dei missionari. Ma com'è cambiata la casa nella quale ci siamo trasferiti! La semplicità è svanita, ed è stata sostituita dall'ostentazione! E io che me ne gloriavo! Mi supplicò di ripensarci. Chiamò Winston ad aiutarla. Entrambi piansero e mi supplicarono di portare a termine il nostro piano. Ma io mi mostrai risoluto. Credo che se l'ispettore scolastico fosse stato ancora vivo, sarebbe stato a sua volta chiamato a supplicarmi. Ma egli, fortunato, era passato a miglior vita circa tre settimane prima, affidando la figlia e il nipote alle mie cure; e questa sola è la mia preoccupazione, che conquistando gloria per me stesso finirò col nuocer loro. Ma mi mostrai ugualmente risoluto. E allora cominciò un'altra di quelle scenate che mi erano diventate ormai fin troppo familiari, e sulla casa, fino a quella mattina piena dell'entusiasmo di Winston, cadde un'atmosfera di lutto. Winston singhiozzava, con le lacrime che gli scorrevano giù per le guance paffute e il naso ben modellato, fino al labbro superiore, ostinato, supplicandomi di incendiare la scuola, e compor120 - V.S. Naipaul
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