Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

raccontistranieri va in condizioni così derelitte che nemmeno i ripetuti restauri erano riusciti a cancellare la dozzinalità originaria della costruzione. Quella scuola era stata la causa della maggior parte delle dicerie sul mio conto, e il fatto che rinunciassi alla sua direzione attirò ampi commenti e venne perfino menzionato dai giornali. Mi restava cara, ma preferivo che fosse un altro a dirigerla. Questa mia azione sortì l'effetto di calmare chiacchere e pettegolezzi. E venne ricompensata, perché alcuni mesi più tardi il padre di mia moglie, sempre portatore di buone notizie, lasciò capire che c'era la possibilità che una nuova scuola venisse costruita nella zona. lo ero del tutto idoneo a prenderne la direzione; e lui, l'onesto mediatore tra me e le autorità, disse che era stato fatto il mio nome al riguardo. A quei tempi dirigevo solo due scuole; avevo diritto a una terza. Mi incitò caldamente ad accettare. lo esitai, e le mie esitazioni si dimostrarono in seguito giustificate. Ma il pensiero di una nuova scuola organizzata interamente secondo i miei principi era troppo esaltante. Cedetti alla tentazione. Se solo potessi tornare indietro e agire diversamente! Il brav'uomo se ne andò di corsa con la buona notizia; e nello spazio di due settimane ricevetti la notifica ufficiale. Devo confessare che nel corso dei mesi che seguirono persi di vista i miei dubbi, nello zelo e nell'entusiasmo del nuovo progetto. Le mie due altre scuole ne soffrirono, in un certo senso. Perché se c'è una cosa che delizia il cuore di un direttore scolastico è la direzione di una scuola non ancora costruita. Ma, ahimé! A ogni passo ci viene ricordata la vanità delle cose del mondo. Con quanta frequenza succede che una persona, ottenuta la posizione agognata, una posizione che è in ogni senso adatta a occupare, perda all'improvviso la padronanza della situazione! Ottenuta l'occasione tanto desiderata, non riesce a farne uso. Ogni energia viene dedicata alla lotta. E così accadde a me. Praticamente tutto quello che toccavo finiva con l'andar storto. lo, così attento e preciso in stime e accertamenti, caddi in una serie di errori. Nessuno dei miei calcoli era giusto. C'erano continue carenze e intoppi. La scuola procedeva con molta più lentezza di quanto avrei desiderato. E non mi era di alcuna consolazione il fatto di ritrovarmi completamente solo in un momento come quello, un lungo momento di sofferenza! Non potevo rivolgermi né a mia moglie né a suo padre, per conforto. Essi assaporavano la gioia del mio incarico di direttore di una nuova scuola senza alcuna relazione con me. lo avevo la mia grande occasione; loro non avevano dubbi sul fatto che ne avrei fatto l'uso migliore; e io non sopportavo di deluderli o di incrinare la loro felicità coi miei dubbi. Gli errori attirarono altri errori. I miei errori si moltiplicarono, ve lo assicuro! Per coprire un errore dovevo commettere venti azioni intese a celarlo, e queste venti azioni dovevano a loro volta esser celate. Mi sentivo preda di una strana inefficienza che sembrava del tutto al di là V.S. Naipaul - 117

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