raccontistranieri piccolo compenso mi sarebbero stati negati, perché le lezioni private, bisogna specificarlo, vengono considerate una prerogativa del preside: è in questo modo che riesce a dare l'impronta alla sua scuola. I risultati degli esami per il conferimento di borse di studio riservate ai ragazzi sotto i dodici anni continuarono a essere confortanti; superavano di molto quelli di tante altre scuole di campagna. Il mio zèlo religioso restò intatto; e fu questo zelo che, bruciando a un'età in cui la maggior parte degli uomini nella mia posizione di solito si rilassavano - dato che, fortunati loro, avevano figli ormai adulti - fu questo zelo, dico, a contribuire, io credo, all'ulteriore miglioramento della mia posizione che, come vedrete dalla semplice narrazione di questi avvenimenti, non andai certo a cercare. Il giorno del pensionamento si avvicinava. Diventai più esigente a scuola. Avrei voluto che tutti i ragazzi affidati alle mie cure crescessero di colpo. Ero spietato coi più tardi. Mia moglie, povera creatura, non riusciva a controllare la propria ansia con altrettanto successo. Non aveva un'occupazione, non aveva una vocazione con la quale distrarsi e in cui consumare la sua angoscia. Aveva solo Winston, e la vista del caro piccino non faceva che risvegliare continuamente in lei la paura per il futuro. Per amor mio, credo, avrebbe sacrificato la propria vita! Non era facile, per lei. E ci voleva l'esercizio della più mite carità cristiana per capire come i rimproveri che mi buttava in faccia con cr,escente asprezza e frequenza altro non fossero che espressioni della sua angoscia. A volte, devo confessarlo, non ci riuscivo! E allora la mia indegnità mi tormentava, come mi tormenta ora. Confidammo i nostri problemi al padre di mia moglie, l'ispettore scolastico. Anche se ci sembrava ingiusto comunicare a un altro i nostri guai, bisogna dire che si tratta comunque di un mezzo notoriamente valido per alleggerire i carichi che l'individuo trova troppo difficile portare da solo. Ma lui, pover'uomo, anche se altrettanto preoccupato per la propria figlia quanto per Winston, non poteva offrirci altro che simpatia e un po' di aiuto pratico. Mi riferì che le autorità scolastiche non avevano intenzione di concedermi una proroga del mandato di preside. Il mio sconforto trovò espressione in uno sfogo di rabbia che lui caritatevolmente perdonò: perché anche se lasciò la casa, giurando che non avrebbe mai più fatto niente per noi, dopo poco tornò, e ci consigliò di pazientare. E così pazientammo. Andai in pensione. Riuscivo appena a sopportare di restare in casa, tant'ero abituato alla routine giornaliera del lavoro, alle preoccupazioni giornaliere. Andavo a far visite per la sola ragione che avevo paura di restar solo in casa. Il mio zelo, credo, venne notato, anche se avevo cura di evitare la scuola, la scena delle mie ultime fatiche. Tentai di prendere a lezione due o tre alunni i cui progressi mi avevano profondamente interessato. Ma i miei metodi non erano · 114 - V.S. Naipaul
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