Linea d'ombra - anno I - n. 3 - ottobre 1983

raccontistranieri zione lo stupì, e fece come gli era stato chiesto. Appena se ne fu andato, presi la forchetta che aveva usato, la piegai e la calpestai, poi la buttai dalla finestra. Il progresso, come ho già detto, è un atteggiamento mentale. E se riferisco questo insignificante episodio con tanta emozione è perché dimostra quanto sia difficile acquisire quell'atteggiamento mentale, dato che ci sono sempre centinaia di persone pronte a disprezz.a.ree mettere in ridicolo quelli che, secondo loro, fanno progressi e salgono a un livello superiore. Ma, checchè ne dica la gente, il disprezzo, anche quello degli idioti, è difficile da sopportare. Non pensiate, quindi, che la mia nuova religione non mi causasse difficoltà e tribolazioni. Ma ero sufficientemente fortificato dalla fede da sopportare tutto con grande fermezza. Da allora in poi la mia fu una vita solitaria. Mi ero definitivamente allontanato dalla mia famiglia, e da quelle vaste riunioni familiari che fino a quel momento mi avevano dato tanto piacere e conforto, perché sempre, devo riconoscerlo, in un angolino della mia mente c'era stata l'idea che, in caso di vere •difficoltà, sarebbero state quelle le persone alle quali avrei potuto rivolgermi. Ora ero privo di quel conforto. Restai fedele alla mia vocazione con una dedizione che sorprese perfino me. Per diventare insegnante è necessario imparare; e dopo grandi difficoltà riuscii a entrare al Training College di Port-of-Spain. La competizione per l'ammissione a quel tipo di scuola era feroce, e per molti anni non riuscii a farcela, perché c'erano molti altri aspiranti più idonei. Alcuni, in effetti, erano nati da genitori presbiteriani. Ma il mio zelo, che cresceva col moltiplicarsi dei fallimenti, venne alla fine ricompensato. Avevo ventott'anni, quando venni ammesso al Training College, un'età molto più avanzata di quella della maggior parte degli altri studenti. Non mi fece alcun piacere notare che durante quei dieci anni il ragazzo Hori era riuscito ad arricchire. Si era messo nei trasporti, e aveva ottenuto risultati molto buoni. Aveva comperato un secondo autocarro, poi un terzo, e sembrava che non ci fosse limite ai suoi successi, mentre i miei erano sempre costretti nei limiti prevedibili del contenuto della busta paga marrone alla fine del mese. I vestiti dei quali ero stato tanto orgoglioso da principio persero il loro splendore, col passar del tempo, al punto che cominciò a sembrarmi blasfemo recarmi così abbigliato alle funzioni religiose. Ma mi fu presto chiaro che quella non era che un'altra delle prove che la mia fede mi chiamava a superare, e la sostenni con fermezza, fino ad arrivare a provar piacere, o quasi, nei rammendi alle maniche e ai gomiti. In quel periodo venni invitato al matrimonio del figlio di Hori, Kedar. Si sposa giovane, questa gente! In occasioni del genere non si teneva conto delle differenze di religione, e fu per me un vero piacere ritrovarmi in seno alla mia famiglia, il cui atteggiamento nei miei confronti V.S. Naipauf - 109

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