raccontistranieri derlo e scappare senza farmi prendere. Ci furono momenti in cui presi in considerazione l'idea di abbandonare il progetto,. ma passarono, perché sapevo che l'unica alternativa all'assassinio era il suicidio, e mi piaceva vivere. Così un giorno pensai, "Al diavolo," e andai al colloquio con un coltello nascosto nella tasca interna della giacca. "Il prossimo," disse la voce, e io entrai e gli tagliai la gola. Il sangue finì dappertutto, e ai suoi rantoli di morte arrivò la segretaria. Si fermò sulla porta, bloccandomi la ritirata. Cercai di decidere se mi convenisse o meno uccidere anche lei. Una porta si aprì nella parete dietro la scrivania dell'intervistatore. Non mi ero mai accorto che ci fosse una porta come quella in nessuna delle stanze dov'ero stato prima. Una porta bianca in una parete bianca. Ma forse c'era sempre stata, perché come avrebbero potuto sapere che avrei scelto proprio quel giorno, quella stanza? Sì, il problema era semplicemente la mia stupida mancanza di spirito d'osservazione. L'intervistatore si contorceva sul pavimento con la schiuma alla bocca ecc., il coltello piantato in gola. Il nuovo uomo scavalcò quella marionetta agonizzante e mi tese la mano destra. Io la presi, automaticamente. Ero coperto di sangue - uno spettacolo ripugnante, ve lo assicuro. "Sono felice di dirle," fece l'uomo, "che ora abbiamo la possibilità di offrirle un lavoro, se le interessa." Arrivarono degli infermieri a portar via il cadavere. Due donne delle pulizie cominciarono a strofinare le pareti e il tappeto rosso sangue, sul quale ovviamente non sarebbero rimaste macchie visibili. Il mio nuovo amico aprì un cassetto della scrivania, tirò fuori degli indumenti puliti e me li tese. "Che tipo di lavoro?" riuscii finalmente a chiedere. L'uomo andò alla sedia dell'intervistatore e restò in piedi dietro di essa. "Sì è liberato un posto," disse, con rammarico e rassegnazione al tempo stesso. "È un lavoro ben pagato."· Io mi sedetti e mi ricomposi. La mia faccia si fece affabile, calma, priva di qualunque espressione. Mi chiesi quanto tempo sarebbe passato prima che qualcuno venisse da me con un coltello infilato nella manica. (traduzionedi MarisaCaramella) Salman Rushdie (Bombay 1947) è autore di tre romanzi ambientati in India: Grimus, Midnight's children (di prossima pubblicazione presso Garzanti) e Shame. Con il secondo, pubblicato a Londra da Cape nel 1981, è entrato nella lista dei best-seller in Inghilterra (dove vive dall'età di 14anni) e in America, e ha vinto importanti premi letterari. I racconti che pubblichiamo sono apparsi rispettivamente sulle riviste inglesi "Firebird" e "Granta", che ce ne ha concesso - assieme all'autore - la possibilità di tradurli. © Salman Rushdie.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==