raccontiitaliani - giovani Sono tutte e due cose interessanti, dico io molto confuso. Allora Vladimiro salta su a dire che l'azienda dice che non ha cento milioni per la mensa però ha rifatto nuovi tutti gli uffici dei dirigenti, e mentre urla comincia a sudare. Il padrone sbotta e urla che siamo tutti dei ladri che gli mangiamo sulle spalle, e punta il dito a ventaglio, suda, diventa tutto rosso. Grida: la sapete la verità? dovreste essere tutti in mezzo alla strada, se fosse per me, altro che sindacato, tutti in mezzo alla strada! Ha ragione, dico io, altro che sindacato, andiamocene in strada, ma cosa sarà poi questo sindacato! Il sindacato siamo noi! urla Vladimiro, noi, i lavoratori! e siamo noi che dovremmo prenderlo di peso e cacciarlo in mezzo a una strada, perché l'azienda è più nostra che sua! Va bene, dico io, basta che però ci mettiamo d'accordo presto. Prendo il padrone per una gamba, cerco di tirarlo su. Ma che fa? urla quello. La portiamo in strada, dottore, gli dico, se altri tre mi danno una mano facciamo in un momento, così risolviamo la questione senza litigare. Gli altri mi guardano con una faccia strana, poi con un urlo agguantano il padrone da tutte le parti, lo solleviamo, e giù di corsa per le scale. Ma mentre siamo ancora al secondo piano il padrone urla: lasciatemi, non voglio! Ha ragione, dico io, in fondo che cosa ci guadagna lei nella faccenda? Lo mollo, tutti inciampano, cadono, ruzzolano, precipitano insieme. Vladimiro urla: allora sei un provocatore, tu vuoi provocare! Va bene, dico io,va bene, voglio, ditemi come si fa. Arriva anche il mio capufficio e mi fa: ragioniere! mi meraviglio di lei, lei è un vero agit-prop, lei sta sobillando! È vero, dico io, di questi tempi sobillo spesso. Fuori, se ne vada! urla quello, non la voglio più vedere neanche in fotografia. D'accordo, dico io, se è solo questo, la accontento, vado. Quando sono giù in strada penso che, riguardo alle fotografie, non dovrei averne molte in giro, chissà... ma mi interrompo perché un uomo si scontra con me e mi urla: guardi dove mette i piedi! Ha ragione, dico io, non ci avevo pensato. Mi metto a camminare guardandomi le scarpe, ma così facendo non vedo bene la direzione, finisco in mezzo alla strada, e patapan, un'auto mi investe. Scende un uomo, tutto sudato! Oddio, ci sarà da litigare. Ma lei è pazzo, urla, ma dove guardava? lei vuole morire! lo mi tiro su a sedere un po' acciaccato e dico: va beh, d'accordo, se le fa piacere, voglio. Oh, Dio del cielo! fa una signora in pelliccia, ma come, lei, così giovane, con tutta la vita davanti! si tiri su, la vita è bella. D'accordissimo, dico io, levandomi in piedi, la vita è meravigliosa, sono d'accordo con voi, signori, anche sul fatto della mia età, quarantotto anni non sono molti, infatti. E faccio una flessione, per farli contenti. Applaudono. Un signore dall'aspetto burbero mi dice: così va bene, caro signore, non faccia più certi pensieri, nella vita l'importante è non arrendersi Stefano Benni - 69
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