raccontiitaliani - giovani futo e dice: però è inutile fare uno sciopero per la mensa e basta;. noi dobbiamo anche chiedere un controllo sulla gestione, che ci siano prezzi bassi, e un mangiare decente. Se no, se poi dobbiamo mangiare pane e cipolla a cinquemila lire, tanto vale continuare ad andare al ristorante. Sono d'accordo, dico subito: una mensa che costa cinquemila lire che mensa è, e io, intendiamoci, non ho niente contro la cipolla, ma ... E ecco che salta su uno che mi interrompe e dice, attenzione però a non esagerare con le richieste, non è che possiamo chiedere ogni giorno cucina francese: se per una volta ci fanno la frittata con la cipolla invece del caviale, non è che dobbiamo lamentarci. Giusto! dico, a me piace moltissimo la frittata con la cipolla, e anche la cipolla cruda, e sono sicuro che se mangiassi il caviale mi piacerebbe anche quello, perché ha una forma simpatica; io comunque mangio tutto, sono d'accordo su qualsiasi menù di qualsiasi cucina mondiale. Però, dice Vladimiro ridendo, il caviale è meglio della cipolla. Non sono d'accordo, dice un altro. Ecco, a me, quando si comincia così, mi tremano le vene. Sta a vedere che adesso si litiga che non abbiamo davanti nè il caviale nè la cipolla, ma che dico? neanche la mensa. Per fortuna in quel momento entra il padrone dell'azienda, tutto scuro in volto, e ci vede tutti seduti lì e dice: bella giornata oggi, eh, non vale neanche la pena di lavorare, è meglio far quattro chiacchiere tutti insieme! Sono d'accordo, dico entusiasta, c'è un sole bellissimo, raro in questo mese d'ottobre, e fare quattro chiacchiere è sicuramente meglio che lavorare. Mi prende in giro, ragioniere? mi dice il principale, allora prendiamo su tutti e andiamo a fare un bel giro in campagna, chiudiamo l'azienda e buonanotte! Che bella idea, dico io, e mi infilo la giacca. Vedo i miei colleghi che invece non si preparano e mi sembrano un po' imbarazzati. Ragioniere, mi dice ancora il padrone, una delle due: o lei è un cretino che non capisce l'ironia nei discorsi, o lei mi sta prendendo per il culo. Sono d'accordo, dico io un po' confuso, è evidente che non c'è una terza possibilità. lo spero per lei, continua quello, che lei sia un cretino. Lo spero anch'io! dico, non vorrei che pensasse che non sono d'accordo con lei, lei ha ragione su tutto, specialmente sul fatto della bella giornata. E allora, dice lui un po' alterato, ho ragione anche sul fatto della mensa? Completamente, dico io. E mi arriva un calcio in uno stinco di Vladimiro. Sei pazzo? mi dice. E io: c'è anche caso, sì. E il principale: vede, ragioniere, lei che mi sembra uno che ragiona, lo sa che una mensa costa, solo di installazione, cento milioni? che verrebbero a gravare tutti sull'azienda? Sa che, per fare la mensa, dovrei licenziare almeno venti operai? Allora, le chiedo, è meglio per voi mangiare un po' caro al ristorante con i soldi dello stipendio, o non mangiare del tutto perché siete stati licenziati? 68 - Stefano Benni
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