Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontiitaliani - giovani Stefano Benni L'uomoche andava d'accordocon tutti Io vado d'accordo con tutti. Non ho idee politiche, io. Credo che le idee politiche dividano la gente, invece questo è un brutto mondo dove bisogna stare uniti, senza litigare. A me fanno paura quei colleghi in ufficio che cominciano i discorsi con "sapete qual è la verità?" e ti puntano un dito contro e alzano la voce e sudano, e dicono che bisognerebbe: uno fare, due fare sul serio, tre eliminare, e giù nomi e cognomi. E subito salta su un altro che non è d'accordo. Anche lui è convinto, ugualmente suda e punta il dito con altrettanta decisione, e dalla voce vibrante capisci che anche per lui è sinceramente necessario fare, fare sul serio ed eliminare. Solo i nomi e cognomi sono diversi, e allora mi verrebbe da saltare su e dire: ma insomma sì, facciamo, facciamo sul serio ed eliminiamo, ma senza litigare, perché alla fine ogni idea è uguale all'altra, il mondo fa schifo ma abbiamo solo questo, chi può arraffa, chi è forte se ne approfitta e chi ha qualcosa se la tiene; poi arriva uno che cambia tutto dicendo basta con la violenza e massacra tutti e torna tutto come prima e si urla e si suda e nascono selve di dita puntate, e adesso basta perché ho paura che quello che sto dicendo sia già un'idea su cui qualcuno potrebbe non essere d'accordo. Perché, vedete, io ho scelto come strada quella di andare d'accordo con tutti, così non faccio del male a nessuno. Se tutti facessero come me, non ci sarebbero problemi. Per esempio, stamattina è venuto nel mio ufficio un certo Vladimiro, che lavora giù al reparto spedizioni. Mi dice che loro del sindacato vogliono scioperare, perché il nostro padrone non vuol fare la mensa interna, e a mangiar fuori si spende troppo. Son d'accordo, dico io, ci vuole la mensa: come si fa a mangiare al ristorante con certi prezzi? Oh, io non accuso i ristoratori, sono d'accordo con loro che un ristorante ha un sacco di spese e deve pur guadagnare: però uno come me che prende seicentomila lire al mese (salario giusto, per carità) non può certamente andare tutti i giorni al ristorante. Allora sei con noi, dice Vladimiro tutto contento. Vedete, basta così poco per far felice la gente! Ma subito salta fuori uno barbuto e bafStefano Benni - 67

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