Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

narrativa,teatro, cinema cazzo vero e proprio. Raccionepeccui io m'innamorai a Vito e Vito si innamorò a me. Che l'ammore è bbono, che l'amore è bello, che l'ammore fa bbene a tutto l'apparato umano dell'omo e de la donna! Prima infatti ero no miezzo omo. Dopodiché, esercitando pe mesi due mia relaziona fissa co Vito, divenni na miezza donna. Anzi na donna tutta completa. Raccionepeccui me caddero li pili da la gambe, che contrariamente l'omini so pieni di pili, me se gonfiarono le sise, che contrariamente l' omini tengono le sise sgonfie, me misi pure il rossetto e insomma ... però ce fu un particolare, raccionepeccui me venne un dubbio, un dubbio atletico. Qualè la differenza vera tra l'omo e la f emmena? Una è: che la femmena na volta al mese tiene il marchese che puzza d'ova fraciche, che contrariamente l'omo no tiene il marchese. Che io me passò il tempo del marchese e lui non venne. Raccionepeccui era gràdiva che significa che tenevo no piccirillo 'n goppa, raccionepeccui lo dissi a Vito. "Ah, mia dorata, ah, mia sposa, ah mia qua, ah mia là!". Così me disse Vito. Così de comune raccordo decìsimo de raccogliere quello che de comune raccordo èbbimo seminato. Che o piccirillodoveva nascere dopo mesi nove. Che però Vito me disse: "Oh, mia amata, oh, mia dorata, felicità eccessiva riempie core miope lieto evento, che contrariamente come papà so no punto interrogativo, che no saccio quale essere rapporto mio co pupi. Vorrebbe tanto metterne a la prova!". Così disse Vito. Raccionepeccui le risposi: "Oh, mio amato, oh, mio dorato, io come sopra faccio la maestra lementare, tengo na classe de ventisei pupi. Quale migliore palestra pe' risolve tuo dubbio atletico de esse o no esse papà?". Così le dissi a Vito, raccionepeccui Vito me rispose: "Mica me li vorrai portare tutti e ventisei?". "No, due o tre, i più simpatici. Ce passiamo no pomeriggio assieme". "Uno, uno solo." "Femmena o maschio?" "Mascolo, mascolo come a me!" rispose Vito. Il più caruccio ma colo de la classe mia se chiamava Mauro. Raccionepeccui no pomeriggio esso Mauro portai a Vito, presso Welcome Residence, affinché Vito capiva si come papà era bbono o no era bbono. Che andemmo. Che dicetti a essi de annà a fa na passeggiata, che intanto io preparavo tè al limone co pasticciotti. Raccionepeccui Vito e Mauro andettero e io misi l'acqua sul foco e me magnai pure nu pasticciotto che era bbono ! Che poi siccome il té era pronto e essi non tornavano, andetti pe chiamalli. Che stavano ne la piscina che era vota, che Mauro teneva na mano tra i cosci de Vito, raccionepeccui Vito teneva o cazzo ritto, raccionepeccui Mauro lo fece godere. Raccionepeccui io mi incazzai assai, ma assai, che dalla rabbia ci vidi rosso. Che pe terra dentro la piscina ce stava la pistola de Vito, che io la presi e ci sparai alla testa de Mauro, raccionepeccui la testa de Mauro se rompette in tanti pezzetti che ce stava l'occhi, le cervella, il naso, la lingua ch'erano volati da na parte e da n'altra parte. RaccioneGiuseppeBertolucci - 63

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