racconti italiani - giovani Nella camera, i quattro grossi candelabri di legno dorato, con le candelealtissime, agli angoli del 1 tto, f ac vano più lul;e della lampada. Ent ò di corsa, ma appena dentro si trovò com spaesato, le due donne sulla cassa con le corone in man , i fazzoletti neri in testa, lei alla fine tra, il padre di fianco al letto che guardava la figura sotto il lenzuolo, la piccola ero e leggermente affondata all'alt zza del petto. Le due donne interruppero per un momento il loro borbottio, ma lei rinunciò ad attraversare la camera per andargli incontro quando, sospinto dalla moglie, si fe 'e ai piedi del letto enza dire una parola. Neanche il padre si mo e; ave a appena alzato gli occhi v rso la porta e, senza un cenno, era tornato a fis arli sul letto. Ancora non l'aveva sentito p onunciare un suono da quando, nel mattino, tornando - lei tava nella stanzetta - era entrato in camera come faceva sempre a vedere se la moglie s'era alzata, come stava. Erarimasta fern1anel tempo che l'aveva sentito attraver are il corridoio, entrare dentro, nella sospensione lunghissima che era seguita, dove tutto pareva bloccato e come in atte a. Nella cucina, che s'era messa a spazzare solo per giustificar i di non tornare in camera, non riuscì a sentire niente, per quanto si fosse tesa ad ascoltare. Quando riuscì ad entrare, lo trovò in piedi vicino al con1odino, i pie oli occhi incredibilmente spalancati, privati della loro mobilità in una fi ità cieca, la testa abbassata, il cappell nelle mani incrociat dietro. Il volto della madre pareva sbiancarsi sempre di più a rivederla dopo ogni allontana1nento. Nella stessa posizion lo aveva ritrovato un paio d'ore più tardi, di ritorno dalla telefonata; era scesa in paese ad avvertire i parenti, che s'incaricaricassero di comunicarlo al prete mentre lei si faceva accompagnare con la moto icletta dall'uomo, che neanche conosceva, chiamato dallo zio. La camera, invece, era mutata, invasa dall'odore delle candeleche si s ntiva già dalla cucina, i quattro candelabri già accesi, le donne sul cassone - sua zia e Matilde - come manomessa dall'allestimento funebre, rimpicciolita e tolta al suo silenzio. Lo scricchiolio della breccia, di sotto, e le voci attutite e discontinue la fecero girare a guardare dai vetri; le prime persone che venivano su dal paese, e e entrarono timidamente nella stanza, s'avvicinarono prima al padre, poi al fratello e a lei, a stringere la mano, e rimasero dove restava spazio, pre i nell'afflizione pensosa che teneva tutti. Cominciarono anche brevi e sommessi commenti, sulla donna che non c'era più, sullavita e la morte, sul dolore di chi restava; quando nella camera non ci fu più posto, qualcuno si trasferì in cucina, sul pianerottolo, e sembrava che tutta la casa traboccasse persone che parlavano a bas a voce e mestamente. Lei non s'era mos a dalla finestra da cui ave a potuto seguire tutta l'affluenza a piccoli gruppi, fino a che s'era interotta perché certo tutto il paese era salito su da loro. Aveva voltato le spalle alla stanza - il letto era come sommerso - e ne aveva dietro il brusìo indistinto; tanto chi entrava non riusciva a ved rla, e aveva già stretto tante mani di gente Leandro Angeletti - 23
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