Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

narrativae cinema 11sentiero luccica sul pavimento di pietra grigia come se fosse la bava lasciata da una lumaca. A volte, sguardi e respiri vicinissimi, quando si ritrovano gomito a gomito. La donna torna a parlare eccitata: SIGNORA: Due, tre giorni fa questa ragazzina è venuta a fare penitenza ... Scalza e impolverata ... Stava in ginocchio ma ogni tanto si guardava attorno ... Aveva un sorriso come se fosse un insetto nero ... gli occhi però erano innocenti. Mi chiede se avevo visto il suo gatto. Poi si alza e va a cercare quell'animale lungo il fosso ... torna e si sdraia sul pavimento e mi domandava sempre se l'avevo visto... sorrideva e si bagnava le labbra ... La donna smette di raccontare e fissa Burro: SIGNORA: Anche tu adesso sei così. BURRO: Così come? SIGNORA: Con quegli occhi di lei. Burro è così disorientato che non riesce più a dominare il suo corpo, la guardava desiderandola. Lei si muove strisciando lungo le ginocchia lungo il sentiero. Le spalle ferme e il seno trattenuto dalle braccia. La testa piena di capelli, anche sugli occhi. Sembra che parli tra sè. Allora Burro cerca di arrivare nel punto della sua spirale parallelo a quello della signora. Le domanda: BURRO: Stava parlando con me? SIGNORA: Quando? BURRO: Adesso, Credevo che mi parlasse. SIGNORA: Pregavo. Appoggia la sua spalla a quella di Burro per sottolineare la stanchezza. Burro la sorregge e lei si appoggia sempre di più. E mentre c'è questo contatto intenso Burro chiede: BURRO: Che è successo? SIGNORA: Con chi? BURRO: Con la ragazzina. SIGNORA: La ragazzina si era messa in testa che le avevo nascosto il gatto sotto le sottane ... che le volevo rubare il gatto ... insiste che vuole vedere se ho nascosto il gatto sotto le sottane ... vuole che alzi le sottane. E allunga le mani per alzarmele come se non si fidasse. Una bambina che aveva uno sguardo, un sorriso e dei gesti diversi dalle parole innocenti che diceva. Le impedisco di alzare le sottane, lei insiste... finché mi stanco e alzo le sottane per mostrare che sotto non c'è il gatto rosso. Ed è a questo punto che lei piange dicendo che lo ha visto, ha visto il gatto rosso e con le mani e con la faccia si piega perché vuole chiamare il suo gatto e rialza le sottane con violenza... e lo chiama con un verso strano, anche dolce. E allora io non resisto a questa pressione, all'assurdità di questo amore della bambina per il suo gatto rosso. Non ho più capito se fosse pazza o no, o se fosse spinta da un vizio. Tonino Guerra - 247

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==