Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

narrativae memoria Gravi delusioni nei primi anni finivano per provocare in Saba una svalutazione prematura degli oggetti d'amore. Il padre, Ugo Edoardo Poli, veneziano, abbandonò la moglie, prima che il figlio nascesse. Saba aveva incontrato il padre solo all'età di vent'anni. Si ripeteva in piccolo, a Trieste, la storia di Edipo. Saba ragazzo s'indentificava con il padre assente nel rapporto affettivo con la madre. Non aveva scelto coscientemente quella strada. Ma ne restò prigioniero. La terapia non avrebbe potuto cancellare il passato in un paziente adulto. Non poteva rimuoverlo, semmai affrontarlo per quanto riguardava gli effetti sull'angoscioso presente. La repressione personale aveva finito per complicare i conflitti emotivi. La sessualità non era riconosciuta nè ammessa da Saba. Ma un lettore attento troverà oscure allusioni nella poesia. Lo stesso Saba nelle poesie di Triestee unadonna dà una motivazione frettolosa del sodalizio con la Lina. "Se dicessimo che la madre di Saba era - come quella del Leopardi - 'troppo' austera, spiegheremmo forse il suo modo di reagire alla Lina ... Ma abbiamo promesso ai lettori di non poggiare, o il meno possibile, su questo genere di interpretazioni". Era una lontéµla eco da Freud. Saba me ne aveva parlato attorno al Trenta. Freud chiudeva appunto il Discorsonellacasanataledi GoetheaFranco/orte con queste parole: "Goethe non fu soltanto un uomo che, come poeta, si confessò apertamente, ma anche, a dispetto della quantità di notizie autobiografiche, un uomo che si celò con cura. Non possiamo fare a meno di pensare qui alle parole di Mefistofele: 'Tanto quel che sai di meglio/Non puoi dirlo ai tuoi alunni'." Anche Saba si celava con cura? A proposito di sè e della Lina, il poeta parla di "due awersi destini", uno d'arte (il proprio) ed uno d'amore (quello della moglie). E a commento dei Nuovi versiallaLina, Saba dà un chiarimento in terza persona: "Sono un lungo canto di abbandono, frammisto a rimproveri, a rimpianti, ad accuse, che il poeta rivolge ora alla donna, ora a se stesso... Si sente debole, disarmato di fronte alla donna, volta a volta detestata ed amata, ma sempre (almeno in apparenza) più forte di lui... Il distacco non è mai completo, come se i due antagonisti si sentissero entrambi incapaci di uno di quei tagli netti che soli possono risolvere le situazioni amorose troppo complicate''. Owiamente con me la nonna era meno rigida che con suo figlio. Lei era la nonna e basta. Ben più complesso il rapporto tra la madre e il figlio adorato. Ci si aspettava dal ragazzo che sostituisse il padre assente, e che rendesse onore alla madre. Fallire significava rischiare di perdere l'amore materno. Ma come tutte le vittime del conflitto di Edipo, egli restava psicologicamente turbato. I rapporti erano limitati a quel piccolo cosmo: la balia, la madre, le zie. Una zia era rimasta nubile. L'altra aveva sposato a sedici anni un ricchissimo ebreo di Gorizia, molto più anziano di lei. Rimasta vedova a diciannove anni, era andaLinucciaSaba - 185

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