raccontiitaliani - giovani all'altro, d'ascoltare tutte le parole che all'uomo sarebbe andato di pronunciare; e che lei già sapeva interminabili, se da parte dell'ascoltatore non si fossero manifestati segni d'impazienza e d'intolleranza. Forse era nato, il primo risentimento, da una delusione inconfessata, l'avversione era stata per non aver esaudito, l'uomo, nessuna delle sue attese; a tal punto e in modo così indubitabile e col tempo sempre più disperato che queste attese avevano preferito restarsene agguattate dietro la stizza e il fastidio. Cadute definitivamente, anche quel livore mascherato s'era spento, aveva, di colpo, rivelato il vuoto; poteva, di sotto, parlare fino a sera, tornare i giorni seguenti, non si sarebbe più nascosta per evitarlo. Avrebbe risposto fin dove riusciva a sostenerne la fiumana delle parole e poi si sarebbe, come adesso, distratta, resa assente, ma solo per stanchezza. Il tepore che le saliva dalla coperta, calda del sole che solo per poco ancora l'avrebbe illuminata prima di restare coperto dietro la casa, l'aveva disposta ad un assopimento dove la voce dell'uomo era restata un suono remotissimo, senza più parole. Tutta la mattina aveva faticato per le stanze a riassettare, a lavare, in cantina ad aiutare il padre che preparava gli attrezzi e le bigonce per la vendemmia: le poche viti che aveva cqntinuato a curare sulla parte alta della vigna, la più assolata. Non più abituata a quei lavori, appena pranzato l'aveva colta una sonnolenza insostenibile ed era uscita a stendersi sul pianerottolo, la camera sarebbe stata più fredda, riparato e ben esposto era sempre stato il luogo dei riposi pomeridiani. Fu lo scoppiettare della motocicletta, saltellante e iroso, a riscuoterla in tempo per vedere l'uomo allontanarsi impettito sul suo mezzo: forse inutilmente aveva cercato di svegliarla con qualche richiamo e, risentito, non aveva avuto altra soluzione; o forse aveva preferito lasciarla appisolata, con discrezione, non pensando che poi il fracasso infernale non avrebbe potuto non destarla. Appena sul cancello, estesa sotto il sole che dal versante contrapposto ne brillava l'erba e la brina, nell'aria fresca del primissimo giorno, la vigna l'aveva sorpresa, spogliata e divelta, tornata un'estensione piatta della terra. Le viti, che la ripartivano in filari per tutta la sua lunghezza fino ai confini, erano restate quattro file nella parte alta, che da laggiù bisognava ricercare un bel po' prima di localizzare. Gli alberi dei ciliegi, i meli, i due mandorli, stavano come dispersi, sul leggero accliviare, venuta meno la ripartizione che li collegava in punti conosciuti; un vuoto incredibile li aveva distanziati in un isolamento che li rimpiccioliva fino a ridurle, le piantine dei peschi e dei meli, ad esili macchie appena emergenti sulla distesa uniforme dell'erba. Non aveva mai salito, nei tre giorni, la breve viottola che dal terrazzino antistante l'ingresso di casa portava al cancello; seccate perché senza più cure necessarie, le viti dovevano essere state, insieme ai pali 16 - Leandro Angeletti
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