Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontiitaliani - giovani - Certo che in quanto a scorbutichezza non è che sei molto cambiata, - di sotto l'uomo s'era prodigato in mille attacchi di discorso per richiamarla a una qualche attenzione e, disperato, era già rimontato sulla sua motocicletta; riaccendeva il motore e se ne restava li, con le gambe divaricate, le braccia tese sul manubrio, a guardare la strada davanti a sè, senza più voglia di staccare il cavalletto e ripartire. Lei non era mai riuscita a sopportarlo, a non collegare la sua figura perennemente fuori posto, i suoi dinoccolamenti e le sue sbavature - a forza di parlare gli si forma vano sempre agli angoli della bocca filamenti bianchi di saliva - a moti irrefrenabili d'irritazione. Era nata, quest'avversione, nel periodo indefinito che aveva preceduto la sua partenza per la città, lo stesso in cui il fratello consolidava il suo mestiere e lui irrimediabilmente la sua inclinazione; che poi era stato anche il tempo in cui più manifeste e dichiarate s'erano fatte le sue mire nei confronti di lei. Ed era, l'avversione, sempre più cresciuta nel tempo, quasi il risentimento per uno sgarbo profondo, una cattiva azione che ogni incontro non poteva che peggiorare. - Lavori ancora con mio fratello? - fu la sua domanda inattesa che gli piovve dall'alto e gli fece spegnere il motore. - O hai trovato qualcosa di più comodo e di fisso, meno lontano? - continuò lei ch'era stata a guardare il profilo da là sopra, fissato in una specie di mestizia irrisolta, in un sorriso inerte e inconsapevole. - Con tuo fratello, certo - s'affrettò a rispondere mentre già scendeva e si riavvicinava, - Con lui mi trovo bene, - già disposto a sequele in-' terminabili di parole. - Anche con altri, quando capita, più comodi e meno comodi; ma come con tuo fratello certo non mi trovo con nessuno. E non più perché ti lascia fare, come una volta che ne approfittava; adesso le cose sono un po' cambiate. È che ci conosciamo si può dire da sempre, mentre con altri non è che ci si trova sempre bene e magari lavori tutto il giorno senza dire una parola, nemmeno quando si mangia, che allora è proprio un inferno. - S'era arrestato nella stessa posizione di prima, senza salire un gradino in più, quasi quello il limite oltre il quale non gli fosse permesso d'accostarsi. Sotto la coperta, che la copriva dai piedi alla vita, il tepore aveva sciolto la stanchezza sul cuscino che la riparava dal freddo della pietra e poggiando la testa al muro sentì che anche l'uomo, ai piedi della scalinata, le sue parole, insieme al suo rancore verso di lui, s'erano già sciolti per una misteriosa alchimia, nascosta e clandestina, durata negli anni, e che adesso li sotto ne restava il precipitato in un cicaleccio commiserevole e triste. Che la domanda che gli aveva posto, l'interesse contenuto in essa, distaccato ed estraneo, era caduta nell'intervallo fra due silenzi egualmente irrimediabili, sebbene così diversi: risentito il primo, durato per tanto tempo fino a quel momento, inerte il secondo, che da quel momento cominciava e che permetteva, contrariamente Leandro Angeletti - 15

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==